La pandemia, stranamente, ci ha avvicinato tanto alla lettura. Si parla di libri ovunque, soprattutto sui social.
Tra le tante iniziative in rete, molte, nell’ultimo mese, sono state dedicate a Leonardo Sciascia, un autore sempre più al centro del dibattito, nonostante sia scomparso trentuno anni fa. Il suo signus indivuiduationis è appunto la sua “perenne attualità”. Come disse Camilleri nell’intervista del 2014 la morte di Sciascia lascia “un vuoto che ancora continua ad esserci perché “Nanà” interveniva costantemente sulla società italiana, non solo sulla politica…”
L’8 gennaio 2021 ricorrerà il centenario della nascita dello scrittore racalmutese, dallo spirito libero e anticonformista.
Sciascia utilizzò la letteratura come arma per denunciare e smascherare i retroscena più bui della nostra società.
Con “Il giorno della civetta”, che fu ispirato all’omicidio di un sindacalista, ha svelato all’Italia quello che era la mafia siciliana, che fino a quel momento era conosciuta in parte o in un determinato modo. Mafia che lui definisce come una borghesia parassitaria, una borghesia che non imprende, ma si limita a sfruttare.
Grazie a “Toto modo” nel 1974 denuncia l’ambiguità tra il rapporto delle gerarchie ecclesiastiche e la politica italiana.
Con “l’Affaire Moro” ci dà l’unico punto di contatto per capire a fondo le vicende negli anni di piombo e lo scontro tra il partito comunista e la democrazia cristiana.
Come un profeta riesce ad assentarsi dalla parte ideologica e a leggere i fatti, leggere la storia che diventa memoria, memoria che diventa identità.
La denuncia sociale e l’impegno civile sciasciani vengono contrassegnati da un forte umorismo. Un ironia tragica con la quale descrive con realismo la sua maledetta e bellissima terra, la Sicilia.
Nell’ultimo passo di “Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia” Sciascia farà pronunciare a Candido, riferendosi alla sua amata Francesca, queste parole: “che cos’è la vita? che cos’è la nostra vita? Che cos’è la mia vita? Che cos’è la tua vita? È un sogno che abbiamo fatto in Sicilia”.
Per conoscere meglio uno scrittore, bisogna ripercorrere i luoghi da lui amati.
In vista dei cent’anni di Leonardo Sciascia, per omaggiarlo, sarà pubblicato un libro dalla casa editrice “Zolfo” di Milano, intitolato “Dalle parti di Leonardo Sciascia” scritto a quattro mani da Salvatore Picone e Gigi Restivo.
L’essenza di Sciascia può essere quindi riassunta sia nei luoghi sciasciani quali, la fondazione Leonardo Sciascia, casa Sciascia, l’aula di Sciascia, ecc e sia in una sua celebre frase che cito “Ho tentato di raccontare qualcosa della vita di un paese che amo e spero di aver dato il senso di quanto lontana sia questa vita dalla libertà e dalla giustizia cioè dalla ragione”.