“La bellezza salverà il mondo”. È quanto afferma il principe Miškin nella celebre opera” L’Idiota” di Dostoevskij. Ma è pur vero, come sostiene Salvatore Settis, che “La bellezza non salverà nulla, se noi non salveremo la bellezza”.
Ma quale bellezza dobbiamo salvare?
Noi italiani, considerato l’immenso e unico patrimonio culturale che custodiamo, indubbiamente dobbiamo tutelare la bellezza del paesaggio e dei beni culturali del nostro Paese. Che dalle Alpi al suo limite geografico meridionale, rappresentato dalla costa meridionale della Sicilia, presenta luoghi unici e magnifiche testimonianze delle civiltà passate.
Indubbiamente noi italiani dobbiamo tutelare le testimonianze di pregio, materiali e immateriali, della nostra cultura: dalla musica alla letteratura, dalle feste e tradizioni popolari al cinema.
Certamente noi italiani dobbiamo tutelare la bellezza della nostra Carta Costituzionale: i suoi principi, il suo dettato, le garanzie dei diritti inviolabili dell’uomo, che contiene.
Ma se vogliamo che la bellezza salvi il mondo allora sia l’Italia sia ogni altro Paese dovrà provvedere alla tutela di quanto di bello possiede. E non solo in termini di beni culturali e paesaggistici.
In tale prospettiva la bellezza da tutelare è certamente la bellezza della libertà, la bellezza della democrazia, la bellezza dell’unità, del sentimento nazionale e sovrannazionale; nel caso dell’Italia e degli altri Paesi comunitari, la bellezza dell’appartenenza ad una grande comunità: la comunità europea.
Comunità europea che oggi più che mai è chiamata a mostrare unità e solidarietà verso gli Stati membri che versano in condizioni sanitarie ed economiche particolarmente difficili.
Allo stesso modo occorre tutelare la bellezza della legalità, della giustizia e dei giusti.
È necessario tutelare la bellezza di quella parte di popolo italiano che quotidianamente, con generosità e altruismo ed entusiasmo svolge attività di volontariato, di associazionismo, di solidarietà.
Ed ancora, va tutelata la bellezza di quella parte di popolo italiano che quotidianamente svolge con onestà, abnegazione e spirito di servizio il proprio mestiere, nel settore pubblico e nel settore privato.
Ciò detto, la bellezza, questa bellezza, oggi può di salvare il mondo nella sfida contro l’insidioso e invisibile CO-VID 19, meglio noto come Coronavirus.
Ma per consentire alla bellezza di salvare il mondo nella dura lotta contro questo male, l’Italia e gli altri Paesi devono prima salvare la bellezza: la bellezza dei tanti professionisti, dei tanti lavoratori, che oggi operano in frontiera con sacrificio e spirito di abnegazione in questa difficile sfida: la bellezza dell’attività dei tanti medici, infermieri, operatori del settore sanitario, farmacisti, che ogni giorno si recano sul luogo di lavoro per prestare il loro prezioso servizio. Così come va tutelata anche la bellezza del lavoro delle donne e degli uomini delle forze dell’odine e dell’esercito italiano, la bellezza del lavoro che svolgono le commesse e i commessi delle attività commerciali che operano nel settore della distribuzione alimentare, la bellezza del lavoro svolto da tante altre categorie di lavoratori oggi impegnati nel garantire servizi e sicurezza agli italiani. La bellezza delle Istituzioni !
Ogni Stato, quindi, deve porsi l’obiettivo prioritario di tutelare la bellezza di queste persone, la bellezza dei loro gesti di umanità, la bellezza del loro onesto, prezioso ed efficace lavoro. Perché tutelare loro significa tutelare l’intera collettività.
E lo Stato italiano le regole per praticare questa forma di tutela le ha concepite. E come lo Stato italiano anche gli altri Stati europei e altri Stati ancora nel mondo.
Ora sta a noi italiani e a tutti i cittadini del mondo rispettare queste poche ma necessarie regole.
Prof. Fabio Zarbo