Il Festival di Sanremo, sin dalla sua prima edizione nel 1951, è un evento cardine della
cultura italiana che ha sempre avuto un ruolo cruciale nell’influenza delle mode e dei gusti
degli italiani. Oltre che per la componente musicale, ha fatto scalpore anche per gli scandali
che hanno segnato le varie edizioni. Tra momenti tragici, atti di protesta e incidenti, il
Festival di Sanremo ha offerto episodi indimenticabili.
Nelle 74 edizioni finora svolte della kermesse vi sono stati sia momenti toccanti sia momenti
“trash” che hanno messo in luce il lato oscuro del mondo dello spettacolo tanto da influenzare
la vita degli artisti, nel bene e nel male.
Uno degli scandali più tragici della storia di Sanremo è senza dubbio il suicidio di Luigi
Tenco nel 1967. Il cantante quell’anno partecipò con la canzone “Ciao amore ciao” ma dopo
l’eliminazione Tenco fu ritrovato morto nella sua stanza d’albergo. Accanto al corpo fu
ritrovato un biglietto in cui esprimeva tutta la sua delusione nei confronti del mondo musicale
e della giuria del festival, mettendo in evidenza i lati negativi dell’industria musicale di quel
tempo. Anche in altre occasioni il Festival è stato l’ago della bilancia sulle carriere (e sulle
vite) di alcuni dei più celebri cantanti italiani come Mia Martini e Marco Masini. Entrambi
furono vittime infatti della comune maldicenza messa in giro dall’industria musicale di
portare sfortuna, tanto da essere ostracizzati dai palchi. Mia Martini, a cui è anche dedicato il
Premio della Critica dal 1996, ne subì le conseguenze perdendo la vita nel 1995 all’età di 47
anni per un presunto suicidio. Sanremo fu però per la cantante un modo per rialzarsi nel 1989
(dopo un ritiro dalle scene avvenuto nel 1983) grazie al brano “Almeno tu nell’universo”.
Grazie alla competizione, in cui arrivò seconda, riuscì a sentire nuovamente l’affetto del
pubblico dopo anni di isolamento da parte di colleghi e di case discografiche. Simile la
situazione vissuta da Marco Masini dove la vittoria nel 2004 diede nuovamente passione al
cantante dopo 6 anni di buio.
Oltre ai partecipanti ci sono episodi che hanno coinvolto pure persone “comuni” come nel
caso di Pino Pagano, un disoccupato, che nel 1995 minacciò di suicidarsi dalla balconata del
Teatro Ariston. La prontezza di Pippo Baudo, conduttore di quell’edizione, permise di evitare
la tragedia.
Altra polemica molto radicata nella storia del festival è quella inerente alla falsificazione dei
voti. Non di rado vi sono state lamentele sulle modalità di voto e di conteggio di
quest’ultimo. Negli anni si sono succedute tante giurie: Giuria della Sala Stampa, Giuria delle
Radio, Tv e Web, Televoto, Giuria Demoscopica, Giuria di qualità, Orchestra. Molte canzoni
penalizzate dalle giurie si sono rivelate canzoni non immediate, tali da non essere apprezzate
al primo ascolto, ma capaci di diventare, tramite l'insieme dei consensi di pubblico e critica,
un vincitore morale, molto spesso differente dal vincitore ufficiale, e spesso anche dai premi
assegnati dagli addetti ai lavori. Al contrario in alcuni casi il televoto è stato considerato un
metodo che poco valorizzava la qualità del brano. Un chiaro esempio è il lancio degli spartiti
avvenuto nel 2010 nel Sanremo della Clerici dove l’orchestra, in segno di protesta per
l’esclusione dalla “finalissima” di Malika Ayane a favore di artisti come Emanuele Filiberto,
iniziò ad accartocciare i fogli e lanciarli sul palco. Il direttore Marco Sabiu ha chiesto in
diretta di rendere pubblico il voto dell’orchestra nel dissenso generale nei confronti del
risultato del televoto. In altre occasioni invece è stato il giudizio del pubblico a venire meno,
come nell’edizione del 2019 dove la vittoria di Mahmood è stata contestata dai fan e anche
dallo stesso secondo classificato Ultimo che hanno accusato la giuria Demoscopica di aver
remato contro il cantautore. Un altro fresco caso è quello della 74esima edizione dove,
secondo molti, il conteggio dei voti non è stato eseguito nella maniera corretta poiché molti
ebbero difficoltà nell’esprimere le proprie preferenze. Tanti hanno urlato al complotto
pensando che la finalità fosse quella di favorire la vittoria di Angelina Mango ai danni
dell’amatissimo cantante napoletano Geolier. Nonostante questo sappiamo che molti non
hanno avuto bisogno del leoncino d’oro per costruire una carriera di successo, come avvenuto
nei casi di Vasco Rossi, Negramaro, Michele Zarrillo e Zucchero i quali, arrivati ultimi o
eliminati nelle prime fasi della competizione, hanno conquistato i cuori dell’Italia con i loro
brani, un esempio recente è anche Tananai.
Sanremo si è anche contraddistinto per le “figuracce” internazionali dove si sono realizzate
scenette ridicole con alcuni dei più grandi ospiti, tra i quali troviamo Hugh Grant, John
Travolta e Freddie Mercury. Con il primo, ospite nel 2005 con Paolo Bonolis, si creò un
momento di puro imbarazzo poiché, secondo il conduttore, l’attore rifiutò tutte le proposte
avanzate dai produttori e per vendicarsi Bonolis decise di metterlo in difficoltà con domande
“banali” in inglese come “why the cat is on the table?”. John Travolta nel 2024 è stato
costretto a ballare il ballo del Qua Qua, considerata da Fiorello stesso una delle gag più
terrificanti della storia della tv, riservando all’attore un trattamento indegno diffondendo il
video senza che quest’ultimo avesse firmato la liberatoria. Un altro episodio emblematico è
l’esibizione dei Queen nel 1984 dove il frontman Freddie Mercury decise di rendere palese il
playback, utilizzato nella 34esima edizione per ragioni economiche, allontanando il
microfono finto e restando a bocca chiusa. Alla fine dell’esibizione abbandonò il palco
lasciando Pippo Baudo senza i saluti di rito.
In conclusione il Festival di Sanremo rappresenta l’intrattenimento italiano a 360 gradi con
grandi successi, grandi polemiche e grande spettacolo.
Sofia Giardina VBc