LA TERRA DEI FUOCHI

La terra dei fuochi è quel territorio compreso tra la provincia di Napoli e l’area sud-occidentale
della provincia di Caserta, interessato dal fenomeno delle discariche abusive e dall’abbandono
smisurato di rifiuti urbani e speciali. I roghi dei rifiuti hanno provocato una forte preoccupazione tra
le popolazioni locali, a causa dei fumi che vengono emessi e delle sostanze inquinanti che possono
immettersi nei terreni agricoli, tanto da indurre il governo nazionale ad adottare numerosi
provvedimenti. I comuni campani che sono compresi nel territorio della cosiddetta terra dei fuochi,
sono novanta di cui cinquantasei nella provincia di Napoli e trentaquattro nella provincia di Caserta.
La terra dei fuochi è un calderone incandescente di ortaggi, contadini, rifiuti, tumori, politica e
camorra. Ogni volta che queste discariche si riempiono, vengono appiccati degli incendi per
smaltire tutti i rifiuti che derivano da attività agro-industiali, da attività di costruzione, demolizione
e lavorazione industriale e artigianale. I rifiuti sono particolarmente inquinanti soprattutto se lo
smaltimento non avviene in maniera controllata, per opera di persone competenti e specializzate. Si
mette a rischio l’agricoltura, in quanto produttrice di prodotti tossici e nocivi per la salute umana,
inoltre a causa del continuo smaltimento illegale di rifiuti, si disperdono sostanze che non solo
inquinano fortemente il suolo, ma anche le falde idriche che risultano avvelenate. Questo tipo di
inquinamento è strettamente legato all’altissimo incremento delle patologie tumorali. Le attività di
eliminazione dei rifiuti speciali sono gestite da numerosi clan camorristi che hanno cominciato ad
interessarsi a tutto ciò sin dagli anni ‘80. Questa notizia è emersa da alcune dichiarazioni fatte dal
boss Nunzio Perrella. Dopo le sue testimonianze anche altri boss pentiti hanno fatto luce su come
funzioni questo smaltimento illegale, che prevede di bruciare nelle zone campane anche i rifuti
provenienti dall’estero. Tutto questo processo ha reso la Campania una vera e propria discarica a
cielo aperto. Per migliorare la situazione sarebbero necessarie analisi ambientali ed
epidemiologiche, sistemi di sorveglianza, indagini sui colpevoli ma anche confische dei fondi della
criminalità organizzata. Danneggiare l’ambiente significa quindi danneggiare anche noi stessi,
soprattutto in quei luoghi si è riscontrata una maggiore incidenza di leucemie, tumori, asma e
malformazioni. Sebbene sia un processo cominciato molti anni fa, tuttavia è ancora oggi molto
attuale e vicino a noi, infatti oggi, 30 gennaio 2025, la Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia
che continua a mettere a rischio gli abitanti della terra dei fuochi. Inoltre la Corte Europea dei diritti
umani ha condannato ancora una volta l’Italia, perché nonostante sia a conoscenza della situazione
tragica, continua a non adottare le dovute misure. I giudici sostengono che non ci siano prove
sufficienti di una risposta sistematica, coordinata e completa da parte delle autorità nell’affrontare la
situazione. Lo Stato non è stato in grado di prendere le decisioni penali necessarie a combattere lo
smaltimento illegale dei rifiuti nella terra dei fuochi. Non sono state attuate le giuste misure adatte
ad affrontare la situazione grave, infatti tra le possibili soluzioni poteva sicuramente essere messa in
atto una comunicazione immediata ai cittadini e una diffusione dei potenziali rischi che avrebbero
potuto compromettere la salute. Purtroppo questo non è stato fatto, anzi, alcune informazioni sono
state coperte per lunghi periodi dal segreto di Stato.