Il mandato d’arresto per Netanyahu e il ruolo della stampa occidentale

Netanyahu non si ferma, il massacro continua. La popolazione di Gaza oggi si ritrova ad
affrontare una crisi umanitaria di una gravità senza precedenti: mancano acqua, cibo, servizi
igienico-sanitari, medicine… e ad Israele non mancano le armi! Giovedì 21 Novembre la Corte
Penale Internazionale ha emesso un mandato d’arresto per il leader israeliano Netanyahu e per
l’ex ministro Gallant, ritenuti entrambi colpevoli di crimini contro l’umanità. I destinatari del
provvedimento rischiano l’arresto nei 125 Paesi che aderiscono al CPI, un tribunale internazionale
delle Nazioni Unite istituito nel 2002 tramite lo Statuto di Roma, con sede nella città olandese
dell’Aja. I 125 Paesi membri della Corte hanno l’obbligo giuridico di implementare questi mandati
di arresto; questo significa che se Netanyahu o Gallant dovessero entrare in uno di questi Paesi, le
forze dell’ordine di tali Stati avrebbero l’obbligo di arrestarli.
Le motivazioni del mandato d’arresto sono state le seguenti: ”Mancanza d’acqua, di cibo,
elettricità e carburante, nonché di specifiche forniture mediche, che hanno creato condizioni di
vita tali da provocare la distruzione di gran parte della popolazione civile di Gaza, con conseguente
morte di civili, compresi bambini, a causa di malnutrizione e disidratazione”. In questo scenario
le ipocrisie dei media raggiungono livelli vergognosi. Una “democrazia deviata” è il termine più
appropriato per definire il sistema mediatico occidentale, fondato sulle verità taciute, diritti
calpestati, informazioni distorte. 44.000 morti, dicono, di cui il 70% sono donne e bambini… ma
basti guardare cos’è Gaza oggi per accorgersi che i morti superano di gran lunga questo numero.
Alcuni medici americani, per l’esattezza 99, che sono stati a Gaza, hanno inviato una lettera agli
Stati Uniti d’America in cui vengono constatati più di 110.000 morti: “Presidente Biden e
vicepresidente Harris, se solo poteste vedere gli incubi che affliggono così tanti di noi da quando
siamo tornati! Sogni di bambini mutilati e menomati dalle nostre armi, dalle grida delle loro madri
che ci imploravano di salvarli! Se solo poteste sentire le urla delle nostre coscienze che non ci
permetteranno di dimenticare! Non riusciamo a capire perché continuate ad armare un paese che sta
deliberatamente uccidendo bambini in massa…”.
Israele è uno stato colonialista, i suoi leader sono colonialisti; uno degli slogan del sionismo era:
“Una terra senza popolo per un popolo senza terra”, e in quella terra vi erano invece un milione e
mezzo di arabi palestinesi, di sicuro non era una terra vuota. Si è dunque entrati in un territorio e lo

si è colonizzato progressivamente, trattando i palestinesi come se fossero intrusi nella loro stessa
casa. Ai posteri l’ardua sentenza.
Damiana Morreale, classe IIIBC