Nucleare: sì o no?

In un mondo dove si tende sempre di più a raggiungere la maggiore efficienza energetica con il
minore impatto ambientale, le sole fonti rinnovabili (energia eolica, solare, geotermica, ecc…) non
bastano. Servono, infatti, dei “mix energetici” che comprendano sia fonti energetiche rinnovabili
che altre fonti energetiche sostenibili. Il livello di sostenibilità delle fonti rinnovabili, seppur alto, è
comunque limitato poiché per raggiungere il livello energetico richiesto bisogna costruire da decine
a centinaia di strutture(pale eoliche,pannelli fotovoltaici,dighe idroelettriche,etc…) che richiedono
diversi materiali per essere costruiti,materiali la cui produzione o estrazione può essere più o meno
sostenibile. Inoltre queste moltitudini di strutture richiedono molto spazio naturale che viene
sostanzialmente antropicizzato. Alla fine,una pala eolica è sostenibile ma non produce abbastanza
energia,ma 30 pale eoliche perdono la loro “sostenibilità” (a causa dei fattori sovracitati) e non
producono abbastanza energia. Al contrario,le fonti energetiche sostenibili come le centrali a
fissione nucleare e le centrali a fusione nucleare(ancora sperimentali),a parità di suolo e materiali
usati,producono molta più energia delle strutture che sfruttano risorse rinnovabili. Purtroppo in
Italia,a causa di un’ingiuriosa campagna elettorale fondata sulla paura del nucleare,con il
referendum del 1987,questo viene abbandonato e le quattro centrali presenti nel paese vengono
chiuse. Ciò avvenne a causa della disinformazione alla quale siamo soggetti tutt’oggi e che si fa
vettrice di ignoranza e spesso di regressione tecnologica. I timori maggiori riguardano la sicurezza
delle centrali,sicurezza che è stata messa in dubbio soprattutto dopo gli incidenti di Cernobyl e di
Fukushima. È importante precisare che il primo incidente è avvenuto a causa di errori umani e a
causa della mancata costruzione di sistemi di sicurezza e contenimento adatti,mentre il secondo è
avvenuto a causa di uno tsunami di 15 metri e non ha comunque causato nessun morto. Ma ai giorni
nostri è impossibile,grazie ai controlli dell’AIEA(Agenzia Internazionale per l’Energia
Atomica),che incidenti come quelli possano riaccadere. Infatti ogni giorno quest’ente internazionale
implementa nuove regolamentazioni per l’idoneità delle centrali,come per esempio il livello di
resistenza che determinate strutture o componenti devono avere. Quello che non si sa,infatti,è che le
strutture delle centrali nucleari sono progettate per essere tra le più sicure sulla faccia della terra.
Spesso per esempio,si ha paura che in caso di guerra queste rappresentino dei punti facili da
attaccare e con il quale si possano provocare ingenti danni a causa della fuoriuscita di radiazioni,ma
le strutture di contenimento del nocciolo sono in grado di resistere a terremoti,treni,aerei,missili e
spesso anche a meteoriti di dimensioni importanti. Le stesse radiazioni che dovrebbero danneggiare
il nostro paese sono un efficace deterrente dall’attacco ad una centrale nucleare,dato che queste,se
in via del tutto improbabile si riuscisse a danneggiare la struttura di contenimento, probabilmente
ricadrebbero anche sul paese nemico. Inoltre anche in guerra l’AIEA è perfettamente in grado di
svolgere i controlli di routine,come ci è stato dimostrato nel corso del conflitto tra Russia e Ucraina.
C’è anche da evidenziare la sicurezza del nucleare sul piano delle risorse umane,infatti il è una delle
fonti d’energia con meno morti in assoluto per Terawatt-ora. L’idroelettrico conta 1,3 morti per
Terawatt-ora,il solare ne conta 0,02 mentre il nucleare 0,03(fonte Ansa). Le centrali nucleari hanno
una bassissima carbon-footprint,dato che si arriva ad emettere da un minimo di 3,7 a un massimo di
110 grammi di CO2 per kilowatt-ora,e questi valori scendono da un minimo di 2 a un massimo di
58 grammi di CO2 per kilowatt-ora quando si prendono in considerazione i reattori di quarta
generazione non ancora messi in commercio(fonte Unisrita). Insomma,la sicurezza delle centrali
nucleari è indiscutibile e integrarle nel nostro paese ci renderebbe non solo più sicuri a livello
ambientale,ma anche economico ed energetico.