”Faccio tutto da solo, non ho bisogno di aiuto”. Elencare il numero di volte che questo tipo di affermazioni ha circolato nelle nostre vite è superfluo, basti immaginare quanto ci ha distrutto, quanto ci ha isolati. Può essere soggettivo forse, ma se contestualizzato probabilmente no. Viviamo in un epoca in cui veniamo bombardati da varie forme di intrattenimento sia gratuito che a pagamento, con i loro lati positivi sicuramente, ma ciò che non si può negare è che essi ci conferiscono ogni tipo di modello, idolo da seguire e da prendere come esempio, che, nonostante sia una buona cosa che ci siano, possono potenzialmente condizionare in modo negativo lo spettatore. Quest’ultimo, fomentato e intrattetuto potrebbe potenzialmente emulare e prendere esempio da ciò che sente e vede, soprattutto se tende a immedesimarsi spesso nelle vicende mostrate. Tuttavia non è detto che le principali cause di quel comportamento, forse superbo, siano necessariamente collegate a forme di intrattenimento odierne, ma al di là del movente, è opportuno soffermarsi sugli effetti.
Effetti, che spesso riguardano le difficoltà. Quante volte tendiamo a non ammetterle, quante volte la nostra più grande tendenza è la perfezione? Quante volte indossiamo maschere per apparire in un certo modo per paura di un giudizio, di non soddisfare le aspettative dell’altro come se gliene importasse davvero qualcosa? Se soltanto non ci fosse questa tendenza a non voler sbagliare mai e si cercasse invece di trarre il giusto insegnamento dai grattacapi, sicuramente non sarebbe così imponente il problema di ammettere di essere in difficoltà, come se dovesse sempre filare tutto liscio, come se non ci dovessero mai essere avversità. Ammettiamo invece le nostre fragilità, le nostre insicurezze, le nostre paure, ammettiamo che ci serve aiuto certe volte, perchè non c’è nulla di male. Non è facile? Meglio, sarà una sfida che ci farà più onore. Farà male? Meglio, vedremo quanta forza avremo per rialzarci, non ci è tutto dovuto. Tutto questo, queste avversità, lotte, dolori, e se servirssero per fare un salto di qualità? E’ molto complicato addentrarsi in questi concetti perchè appena si contestualizzano e si applicano in contesti specifici… lì sta la vera sfida: mettere in pratica più umilmente certi valori, sacrificandosi nonostanze le discrepanze e il dolore. Eppure potrebbe sempre intervenire qualcuno che davvero ha sperimentato situazioni di una gravità indicibile, e in quel caso altro che saggezza e forza, parlerebbe di come la vita va in pezzi e manderebbe tutto in malora offuscato dalla sofferenza. Ma alla fine si può dire che chi non vuole sbagliare, chi è troppo sicuro di sè, chi è più saccente, è più a rischio di chi non lo è, perchè non fa una cosa che gli insicuri fanno sempre, ovvero: chiedere consiglio, aiuto, ammettere di non essere completamente certi di tutto, perchè chiede al forte. E se dopo tutto il male passato si ha ancora la forza di sorridere e andare avanti, è già una grande vittoria. Insomma, c’è bisogno di questo, a volte basta un pò di povertà d’animo, sincerità e mitezza, legati alla pazienza, per affrontare le situazioni difficili con più coraggio, perchè non dobbiamo temere se abbiamo qualcuno a cui affidarci.
Carmelo Giuliana 4B Classico