Sappiamo purtroppo come la parità di genere in ambito lavorativo sia in molte parti del mondo ancora una grossa utopia. Le donne in media hanno più difficoltà a trovare un lavoro e in alcuni casi percepiscono salari molto bassi, a prescindere dalla loro formazione e dalla loro carriera; sono sempre gli uomini, infatti, a occupare ruoli di potere decisionale e di leadership.
Un esempio di donna che si è dovuta fare spazio nell’ambito lavorativo e che è diventata un grandissimo esempio di empowerment femminile è la scrittrice J. K. Rowling, nata il 31 luglio 1965 a Yate nel Regno Unito.
La sua fama è legata alla serie di romanzi di Harry Potter, che ha scritto firmandosi con lo pseudonimo J. K. Rowling, motivo per cui la scrittrice è spesso indicata impropriamente come “Joanne Kathleen Rowling”.
La sua notevole e spiccata fantasia fu evidente fin dall’infanzia, quando iniziò a scrivere numerosi racconti; durante tutto il periodo scolastico conobbe alcune persone che ispireranno diversi personaggi della saga di Harry Potter: il preside delle elementari diventò Albus Silente; il suo migliore amico, che guidava una Ford Anglia, le ispirò Ron Weasley e il suo professore di chimica, con cui non aveva buoni rapporti, fu d’ispirazione per il personaggio di Severus Piton.
Indagando nella sua vita si comprende quanto il suo meraviglioso traguardo lo abbia raggiunto mettendo in pratica lei stessa la determinazione del maghetto.
Siamo al 1990. Joanne si trova alla stazione in attesa di un treno per Londra in ritardo di quattro ore, e concepisce per intero l’idea di un romanzo su un bambino dotato di poteri magici.
Joanne Rowling trasloca in Portogallo, un anno e mezzo dopo conosce in un bar il giornalista televisivo Jorge Arantes. Si sposano nell’ottobre del 1992 ma si dividono appena un anno dopo.
La scrittrice fugge con sua figlia a Edimburgo ed intanto la storia di Harry Potter comincia a prendere forma sulla carta. La vita di Joanne Rowling a questo punto è un disastro: separata, disoccupata sotto sussidio e con una figlia a carico. Sceglie un solo agente letterario a cui mandare i primi capitoli, Christopher Little, che decide subito di cestinare il manoscritto perché reputa che i libri per bambini non vendano più. Dopo alcuni anni tuttavia l’agenzia di Little cambia idea e mette la Rowling sotto contratto, trovandole una casa editrice disposta a pubblicare il suo primo libro che venderà milioni e milioni di copie.
Tuttavia, nonostante la Rowling sia una grandissima portavoce del valore delle donne e dei loro diritti, non sono passate inosservate alcune spiacevoli opinioni controverse espresse dalla scrittrice sul concetto di sesso e di identità di genere e sui diritti delle persone trans.
In numerosi tweet ha infatti espresso il rifiuto della differenza tra sesso e genere, dichiarando come esistano due sessi, maschio e femmina, e che l’inclusione nella categoria di “donna” richiesta dalle donne trans rischierebbe di danneggiare le persone biologicamente donne.
L’opinione della Rowling non è una banale posizione conservatrice nei confronti delle varietà di genere, ma ha radici in una parte del pensiero femminista. Nel movimento femminista questo tipo di dibattito esiste da decenni e ha portato alla nascita della definizione di “femminismo essenzialista e trans-escludente”. Questo tipo di femminismo considera infatti che ci sia una corrispondenza tra sesso e genere.
Beatrice Falcone, IIIAC