Recentemente il Parlamento della Nuova Zelanda ha approvato una legge che ha vietato la vendita delle sigarette a tutti coloro nati a partire dal 1 gennaio 2009, al fine di diventare un Paese “smoke-free”, libero dal fumo, entro il 2025.
La suddetta legge è stata emanata insieme ad una serie di misure finalizzate a rendere più difficile la vendita dei tabacchi, ad esempio aumentandone il prezzo, autorizzando alla vendita solo alcuni appositi negozi o diminuendone notevolmente la quantità messa in commercio. Questo provvedimento permetterà, secondo la ministra della salute Ayesha Verrall, che le persone vivano più a lungo, non andando in contro a malattie causate dal fumo, e che il servizio sanitario risparmi denaro, non dovendo più curare queste stesse malattie.
Già il Bhutan nel 2011 ha bandito totalmente la vendita e il consumo di sigarette, e a seguire altri Paesi stanno cercando di eliminarle totalmente, con il fine ultimo di bandire del tutto il consumo di tabacco nell’intero pianeta.
Ma perché è così importante questo obiettivo?
Nel fumo sono contenuti gas e particelle nocive che peggiorano notevolmente la qualità dell’aria e che, depositandosi anche sulle superfici, sono dannosi soprattutto per bambini e animali domestici; per questo motivo il sindaco di Milano Giuseppe Sala nel 2020 aveva proposto di vietare il fumo nei luoghi pubblici, sia all’aperto che al chiuso.
Per altro la produzione del tabacco implica l’utilizzo di fertilizzanti, pesticidi e sostanze chimiche che potrebbero contaminare le acque e che gravano notevolmente sull’ambiente; la sua essiccazione, invece, porta alla necessità della deforestazione, che provoca gravi danni a tutto l’ecosistema.
Ma tra le conseguenze più gravi ci sono quelle causate dai mozziconi delle sigarette, spesso gettati in mare, nei boschi o anche in strada dalle automobili in movimento. Questi mozziconi sono prodotti con sostanze plastiche che, se disperse nell’ambiente, impiegano più di 10 anni per decomporsi. La maggior parte di questi finiscono in fiumi e mari e, date le dimensioni molto piccole, vengono ingeriti da animali marini, entrando nella loro catena alimentare; sono stati esaminati moltissimi di questi animali in cui sono state ritrovate moltissime delle sostanze nocive contenute nelle sigarette.
Negli ultimi anni sono stati introdotti nuovi prodotti per contrastare il consumo del tabacco e per diminuire l’inquinamento, come le sigarette elettroniche, che contengono nicotina ma, non prevedendo la combustione del tabacco stesso, inquinano molto meno e, tra l’altro, sono molto meno nocive per chi ne fa uso; tra gli altri prodotti ci sono quelli a tabacco riscaldato, che, allo stesso modo delle sigarette elettroniche, diminuiscono rischi di malattie e inquinamento; ma questo non significa che questi nuovi prodotti non portino alcun tipo di rischi in quanto, anche se in quantità minore, contengono sostanze dannose per la salute.
Per contrastare il consumo di tabacco il ministro della salute Lorenzin qualche anno fa ha annunciato l’obbligo di applicare le cosiddette “foto dissuasive” sui pacchi di sigarette, affinché il fumatore metta fine alla propria dipendenza; tuttavia sono stati effettuati degli studi su alcuni fumatori per verificare se queste immagini convincessero effettivamente il fumatore a smettere o meno e si è giunti alla conclusione per cui queste non hanno alcun effetto, risultando dunque solo un grande dispendio di denaro.
Soprattutto negli ultimi giorni, invece, si è sentito parlare di misure più drastiche, anche in Italia, per eliminare queste sostanze dalla vita della popolazione: in vari Paesi è stato pensato di aumentarne il prezzo periodicamente e di vietarne l’acquisto alle nuove generazioni, sperando di raggiungere i risultati tanto ambiti il prima possibile.
Se questi provvedimenti venissero effettivamente applicati e si provvedesse tempestivamente ad informare soprattutto i giovani, ponendo loro davanti i rischi che questi prodotti comportano alla salute e alla ambiente, probabilmente si potrebbero ottenere buoni risultati; tutto ciò è importante per il nostro futuro e per quello del nostro pianeta.
Aurora Caradonna VCC