L’articolo 11 della Costituzione prevede che la guerra, come strumento di offesa o risoluzione delle controversie internazionali, sia ripudiata.
Non si tratta di una novità, d’altronde anche Euripide nelle sue tragedie denunciava la guerra e i suoi effetti, devastanti non solo per chi vi partecipava in prima persona ma anche per chi si trovava a subirne le conseguenze: le donne, i bambini, gli schiavi, le famiglie che perdevano i loro cari e le loro case.
Allora perché ancora oggi si parla del rischio dello scoppio di una guerra mondiale?
In questo momento nel mondo si stanno svolgendo ben 59 guerre, eppure noi siamo bombardati di notizie provenienti dal fronte più vicino a noi: il conflitto tra la Russia e l’Ucraina, che ha preso inizio già da 9 mesi fa.
Questo conflitto è percepito da noi in maniera diversa per svariati motivi: i popoli che si stanno scontrando non sono vicini a noi solo geograficamente, ma anche culturalmente, a partire dal vertice del 12 ottobre del 2021 l’Ucraina ha infatti preso importanti impegni per avvicinare la propria politica e legislazione al Green Deal Europeo ed allinearsi al mercato unico digitale UE.
Inoltre la “domanda di NATO” è aumentata da parte dell’Ucraina dall’inizio delle azioni militari, richiesta che inevitabilmente porterebbe ad uno scontro non solo con l’Ue ma anche gli USA. Più che ampliare i confini dello scontro, Kiev è interessata a conservare la possibilità di farlo, in modo che la Russia senta minacciato il suo status di ‘grande potenza’ e il suo diritto che si basa sulla legge del più forte.
Attualmente gli stati che forniscono aiuti all’Ucraina sono ben 40: un segno che la legge del più forte non sempre abbia successo.
Il presidente americano ribadisce poi che l’intensificarsi degli attacchi di Mosca sull’Ucraina, proprio nelle ore in cui si riuniva il G20, è una provocazione brutale e disumana e sottolinea che l’impegno verso i partner dell’Alleanza Atlantica è “di ferro” e che gli Stati Uniti non esiteranno a difendere ogni centimetro dei territori della Nato. Ma il momento è delicato e il rischio di un allargamento del conflitto non è stato mai così elevato. Sia per l’entrata nell’organizzazione che per l’Unione Europea, è disposta una clausola fondamentale, ovvero l’impossibilità di adesione da parte di Stati in condizione di belligeranza.
Ora è lo stesso governo ucraino a dire che si possono avviare trattative di pace anche senza che i territori occupati dai russi siano liberati e contemporaneamente, alle proposte di mediazione di Erdogan si sono aggiunte quelle più autorevoli del Vaticano.
Non esistono dati certi, ma piu di centomila persone sono di certo morte, tra fronte russo ed ucraino, tanti sono riusciti a fuggire, molti non ne hanno la possibilità.
Nessuno sa se le trattative siano state avviate, però è probabile che i fautori della pace si siano mossi sia sul fianco russo sia su quello americano.
“Penso, in particolare, alla realtà mostruosa e insensata della guerra, che ovunque semina distruzione e sradica speranza. Nella guerra emerge il lato peggiore dell’uomo: egoismo, violenza e menzogna. Sì, perché la guerra, ogni guerra, rappresenta anche la morte della verità. Rifiutiamo la logica delle armi e invertiamo la rotta, tramutando le ingenti spese militari in investimenti per combattere la fame, la mancanza di cure sanitarie e di istruzione.” Queste sono le parole di Papa Francesco nel Bahrein e il suo messaggio è chiaro e univoco, che conclude dicendo “tacciano le armi”, vicino anche a quello del nostro Presidente, Sergio Mattarella, che vede nella guerra una sfida ai nostri valori.
Insomma, aspiriamo tutti alla fine di questa parentesi buia che non genera nulla se non odio, paura, distruzione e discriminazione. Di certo è a noi che spetta cercare trovare uno spiraglio di luce, ricordando che alla fine il bene avrà sempre la meglio.
Valeria Puma, VCC