Qualche giorno fa, al liceo Cavour di Roma, si è verificato un evento a dir poco sconveniente e, oserei dire, anche vergognoso. Uno studente trasgender è stato vittima di discriminazione da parte del suo insegnante per aver consegnato il proprio compito in classe firmato con il nome d’elezione, sicuro di avere il diritto di farlo dato il regolamento sulla carriera alias adottato dall’istituto. L’insegnante, piuttosto che stare vicino al ragazzo, ha deciso di insultarlo ripetutamente dandogli della “signorina” e esclamando, anche in vicepresidenza, di essere davanti ad una donna, non ad un uomo, risultando quindi totalmente irrispettoso e addirittura sottolineando che non si sarebbe curato del regolamento, in quanto stava solo dicendo ciò che, per lui, sarebbe stato evidente. L’avvenimento è stato testimoniato dai compagni di classe e da un altro insegnante presente in aula, che hanno denunciato il fatto, difendendo il ragazzo, il quale ha ringraziato tramite i social non solo amici e conoscenti che hanno prontamente preso le sue parti, ma anche moltissime altre persone che, da tutte le regioni d’Italia, gli hanno mostrato vicinanza. Purtroppo questo è un evento tutt’altro che isolato nel nostro Paese, un Paese considerato anche bigotto da moltissime persone in quanto molto arretrato sotto il punto di vista dei diritti da riconoscere a tutti i membri facenti parte della comunità LGBTQ. Sono tantissime le notizie di ragazzi gay aggrediti per strada verbalmente e fisicamente da persone che dicono addirittura di provare “schifo” nei loro confronti e, proprio per questo motivo, la nuova generazione si sta muovendo per raggiungere un cambiamento tanto atteso per cui tutte queste persone possano godere dei diritti che gli spettano e, quindi, essere tutelati da questi eventi scandalosi. E’ veramente essenziale il ruolo dei social media, con cui si cerca di sensibilizzare sull’argomento e, soprattutto, di informare tutte quelle persone che, per un motivo o per un altro, non sono a conoscenza dei rischi che molta gente corre solo perchè si mostra per quello che è. Tra l’altro vengono periodicamente effettuate delle manifestazioni, come il Gay Pride, durante le quali giovani e adulti protestano pacificamente per il riconoscimento di questi diritti naturali dei quali sono privati e per sensibilizzare sulle condizioni sociali, giuridiche, umane delle persone omosessuali, transgender, bisessuali, queer… ma tutto ciò sembra quasi inutile. Per rimediare all’arretratezza, rispetto agli altri paesi, dell’Italia, sotto questo punto di vista, è stato proposto il disegno di legge Zan, che prevede l’inasprimento delle pene per crimini e discriminazioni contro queste persone. Il DDL è stato approvato nel 2020 dalla Camera, ma è poi rimasto fermo per diversi mesi a causa dell’ostruzionismo della Lega, che pensa che questi reati siano già sanciti nella nostra Costituzione per essere, infine, affossato. Questo rifiuto ha causato diverse polemiche tra gli italiani e soprattutto su internet, dove moltissime persone si sono definite disgustate e deluse dalla situazione. Purtroppo in Italia, per moltissimi abitanti, gli orientamenti diversi da quello eterossesuale sono ancora un tabù e, addirittura, qualcosa di anormale; sono veramente poche le persone che si interrogano su come si possano sentire queste persone ad essere giornalmente discriminate, nè tanto meno si mettono nei loro panni, quasi perdendo quei valori di umanità e solidarietà di cui si è tanto parlato nel passato e che, al giorno d’oggi, dovrebbero stare alla base della vita all’interno della società.
Aurora Caradonna VCC