La pedofilia è un disturbo patologico, non un orientamento sessuale, che causa una morbosa attrazione sessuale verso i bambini. Non basta essere attratti dai bambini per essere definito pedofilo: bisogna che il soggetto abbia più di 16 anni e che provi per almeno sei mesi eccitazione sessuale intensa e ossessiva verso individui in età pre-puberale che possono essere sia di sesso maschile sia di sesso femminile. È diffusissima: circa il 5% degli esseri umani adulti è pedofilo. Il 12% degli uomini e il 17% delle donne statunitensi sono stati molestati in età pediatrica e questo numero si stima essere aumentato dal 1986 al 2003 del 120%. Le bambine sono le vittime predilette: sono abusate il triplo delle volte rispetto ai bambini maschi.
Ma concentriamoci meglio sulla figura del pedofilo. Chi è? Come agisce? E perché agisce?
L’origine di questa grave patologia è tuttora sconosciuta, anche se esiste una triste correlazione tra pedofilia e abuso in età giovanile: molti di loro, infatti, hanno subito violenze o molestie da bambini, che hanno portato a sviluppare poi in età adolescenziale anche altre psicopatologie , come il disturbo da abuso di sostanze o la depressione. I pedofili solitamente sono individui con un iq più basso della media, timidi, solitari, con scarsa autostima e spesso depressi. È stato calcolato che quasi il 50% di loro ha valutato seriamente l’ipotesi di suicidarsi, mentre il 13% ci ha provato. Dato più importante: la stragrande maggioranza di quei pedofili che arriva a stuprare dei bambini ha una corteccia pre-frontale meno sviluppata, ed è proprio questa zona del cervello la responsabile della capacità di discernimento tra bene e male e soprattutto del controllo di ogni tipo di impulso, anche sessuale.
Possiamo dunque dire che sia il pedofilo il problema?
Purtroppo, tutti noi siamo abituati fin da piccoli a vedere il mondo come se tutto si dividesse in chi è cappuccetto rosso e chi è il lupo, ma la realtà potrebbe essere ben diversa. È comunque proprio lo stigma sociale che porta i pedofili a nascondere questa loro natura e a non cercare di farsi aiutare, ad accumulare dentro una tensione e una rabbia spropositate, a racimolare sensi di colpa su sensi di colpa e a finire o per suicidarsi, o per gettarsi nel baratro e darsi alla droga, o per accettare il lupo dentro di sé e assecondarlo.
Ecco, se proprio volete ricordare qualcosa di questa lettura, che sia questo: il responsabile dello stupro dei bambini non è solo il pedofilo ma tutti i motivi che lo hanno spinto allo stupro, e tra quei motivi potremmo esserci anche noi e il nostro semplicismo.
Francesco Montaperto, VCC