L’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA

Uno degli argomenti che tocca maggiormente l’Italia, come tutta l’Europa in generale, è
l’immigrazione clandestina, migrazione di una parte dell’Africa, quella sub-sahariana. Ma
dobbiamo capire perché queste persone vengono in Italia; Possono essere persone che scappano da
una dittatura, come in Gambia, persone che scappano da una grande povertà che c’è nel loro paese,
come la Guinea o il Burkina Faso, entrambi paesi che da poco hanno visto un’instabilità politica
data dai colpi di stato di ambedue i paesi. All’Italia non interessa conoscere le storie di vita di
queste persone ma solo definirle con ciò che loro sono costretti a fare nella società: molte volte
infatti vengono definiti a prescindere “spacciatori, stupratori, scippatori, prostitute” e così via. Ma
oggi vorrei soffermarmi sul come arrivano in Italia e che cosa sono per l’Italia queste persone una
volta arrivate. Queste persone vengono da una determinata parte dell’Africa, la zona del sub-Sahara,
comunemente chiamato West-Africa, e sono maggiormente ragazzi giovani che hanno dai 14/15 ai
24/25 anni. Molti sono anche orfani e ci sono anche dei padri di famiglia che vengono con o senza
quest’ultima e anche molte giovani ragazze, le quali scappano a loro volta da delle brutte situazioni,
affidandosi a delle persone che promettono loro una vita ottima in Europa ma non è così. Molti lo
sanno e decidono di partire lo stesso a causa della disperazione. Partono come meglio possono,
alcuni fanno anche con ricorso a riti sacri del loro paese, basti pensare alla Nigeria. Arrivano tutti ad
una tappa fissa, il paese di “smistamento” , il Niger, dove vengono derubati di tutto ciò che hanno e
molti per andarsene sono costretti a lavorare o le ragazze a prostituirsi. Non appena superano il
Niger si ritrovano di fronte al nord africa (Maghreb) dove vengono scaricati dai trafficanti nel bel
mezzo del deserto, molti vengono poi catturati dalle bande di trafficanti libici o dal corrotto esercito
libico e vengono portati nei centri di detenzione per clandestini se presi dall’esercito o nelle
“carceri” sotterranee delle bande libiche. Lì comincia il loro inferno terreno: vengono picchiati,
torturati, venduti, sono soggetti a violenze sistematiche e di massa, ad esempio vengono legati e
frustati con dei cavi, le ragazze vengono prima violentate più volte e poi vendute al mercato nero
della prostituzione. Tutto questo avviene principalmente in Libia, il paese, purtroppo, più famoso
per la tratta dei migranti, un paese con il quale l’Italia fa accordi per controllare questa migrazione.
La medesima cosa avviene nella zona costiera della Tunisia. I migranti in Libia una volta
usciti/scappati dai centri di detenzione più o meno sani, lavorano e cercano in qualsiasi modo di
mettere da parte quella somma di denaro che gli permetterà di andare in Italia. Dopo aver superato il
Niger, il deserto, la Libia, i migranti arrivano in Italia e sappiamo tutti come, affidando le loro vite
al nulla, partono in barche da 25 persone almeno il triplo e qualcuno, che è più fortunato, ha come
“salvagente” una camera d’aria. Inoltre partono sperando di non essere intercettati e presi dalla
corrotta guardia costiera libica o di non morire per una mareggiata o qualche guasto al motore. Una
volta arrivati in Italia i migranti non sono nulla, vengono ammassati nell’hotspot di Lampedusa,
trattati come animali, basti pensare al modo in cui vengono “vaccinati” e dopo tutto questo vengono
“smistati”, i minori vengono portati nei centri di accoglienza per minori non accompagnati, gli altri
vengono portati in qualche centro di accoglienza della Caritas o della croce rossa, chi è meno
fortunato dormirà in strada o cercherà una qualche sistemazione a casa di qualche compaesano.
Purtroppo l’Italia non ha preso nel corso del  tempo delle ottime decisioni riguardo i migranti,
infatti non appena compiono 18 anni i minori vengono buttati fuori dalle comunità in cui vivono e
lasciati per strada in condizioni precarie, a loro non pensa nessuno e purtroppo molti di loro iniziano
a fare le peggiori cose, tra queste spaccio, furti, scippi, occupano le case oppure diventano braccia
del caporalato, maggiormente presente in sud Italia e lavorano 14/15 ore al giorno per 25 euro.

L’Italia in quest’ultimo decennio non ha fatto altro che scendere a patti con la Libia, come con la
Tunisia, per limitare questa immigrazione clandestina, ma non ha risolto nulla e adesso si parla di
“AIUTARLI A CASA LORO”, ma non è per nulla facile come dicono i politici, gli stessi che usano
i rimpatri e tutto ciò che riguarda l’immigrazione clandestina e la tentata accoglienza come
integrazione per campagna elettorale. Ritornando al discorso di aiutarli a casa loro c’è da dire che
non è per nulla facile se la Francia stampa ancora una moneta coloniale (il franco CFA) per 14 paesi
africani, o se il regno unito solo dopo 150 anni ha ridato al re degli ashanti, in Ghana, i gioielli della
corona depredati durante il colonialismo Quindi si dovrebbe prima di tutto cominciare a “liberare”
l’Africa dallo spietato colonialismo occidentale. Ciò che bisogna capire ed è importante è che noi
non dovremmo farci prendere dall’odio razziale o basarci su degli stereotipi riguardanti queste
persone e la loro cultura, ma dovremmo ascoltarli e capire la loro storia poiché “La loro
testimonianza fornisce un quadro terrificante di ciò da cui chi arriva in Europa ha cercato
disperatamente di fuggire” Magdalena Mughrabi.
IUDICELLO DOMENICO
III C CLASSICO