"La Guardia Costiera tunisina uccide 52 migranti". È questo l'argomento di cui si parla di più nei
giornali nazionali in queste ultime settimane.
Ma perché tutta questa cattiveria nei confronti dei migranti? Cerchiamo di capire da dove viene.
Il 16 luglio 2023 l’Unione europea ha siglato un Memorandum di intesa (documento giuridico
che sancisce un accordo bilaterale) con la Tunisia.
La gestione delle migrazioni è uno dei cinque punti fondamentali su cui si basa l’accordo: l’Ue ha
promesso di offrire 100 milioni di euro alla Tunisia per rafforzare le frontiere, le operazioni di
soccorso in mare e, soprattutto, le misure “anti-traffico” così da ridurre il numero degli arrivi dal
paese, con la conseguenza di impedire a chi cerca protezione (tunisini e non) di accedere al diritto
di asilo. La Tunisia così sta facendo il lavoro sporco dell'Europa.
Tutta la gente bloccata in mare è costretta a tornare in un Paese razzista, e nel bel mezzo di una
forte crisi politica, economica e sociale.
Nel Paese manca tutto: la farina, il pane, il riso, il caffè, la benzina, e persino l'acqua.
L'unica "salvezza economica" si trova solo nei finanziamenti europei.
Ma l'Italia…che accordi ha fatto con la Tunisia?
Dal talk Melting Pot Europa è venuto fuori che già tra il 2020 e il 2021 l'Italia ha dato 24 milioni
di euro per la gestione delle migrazioni, che nel 2022 sono diventati 27 milioni.
Un altro obiettivo importante per il nostro Paese è legato alle procedure di rimpatrio dall’Italia
dei cittadini tunisini senza documenti.
Nel 2023 l’Italia e la Tunisia hanno vissuto un periodo denso di visite bilaterali.
Fino a maggio dell'anno scorso, queste relazioni hanno prodotto 10 milioni al governo di Saïed in
cambio del pugno di ferro contro i migranti che partono verso l’Italia, tanto che nel giugno la
premier Giorgia Meloni si è recata personalmente in Tunisia.
Molto violente sono le pratiche che attua la Guardia nazionale tunisina appena intercettate le
imbarcazioni di migranti nel Mediterraneo e, altrettanto violente, sono i modi con cui tornano in
Tunisia.
Quello che è successo il 7 novembre del 2024 è stato un grande crimine.
Ottanta persone su un barchino, tra cui 13 donne incinte, vengono intercettate dalla Guardia
nazionale tunisina che con la loro motovedetta li ha fatti ribaltare e li ha guardati annegare.
A salvare le restanti 23 persone è stato un pescatore tunisino, costretto a consegnarle alla Guardia
costiera tunisina che le ha riportate a Sfax dove sono stati divisi in 2 gruppi: un gruppo
abbandonato nel deserto tra Libia e Tunisia e un altro gruppo venduto ai libici.
Nel primo gruppo ci sono 13 donne incinte senza cibo né acqua, mentre nel secondo tutte le
persone sono state rese prigioniere nel centro di detenzione noto per la compravendita di esseri
umani.
Questo episodio è stato una chiara omissione di soccorso da parte della Guardia costiera tunisina.
Che tutto questo orrore possa finire, sperando che ci si renda conto della disumanità di questa
manovra contro la migrazione clandestina.
Elisa Tinebra, classe VCS