Viola e il Labirinto del Disturbo Borderline: Tra Paura dell’Abbandono e Ricerca di Sé

Ciao, sono Viola. La diagnosi del Disturbo Borderline di Personalità (DBP) ha dato un nome ai miei
lunghi anni di lotta interiore.
Da sempre, l’abbandono ha rappresentato il mio più grande terrore, evidente nelle situazioni quotidiane:
l’ansia paralizzante quando i miei genitori non erano immediatamente raggiungibili, gli attacchi di
panico all’idea di passare la notte fuori casa, che mi costringevano a tornare dai miei. Durante le
superiori, questi problemi si sono intensificati: abuso di alcol, episodi di rabbia, disturbi alimentari e
autolesionismo.
Ho cercato sostegno nel mio circolo sociale, ma le rassicurazioni superficiali non facevano che
minimizzare il mio dolore. La terapia, nonostante fosse prolungata, non portò a una diagnosi precisa,
lasciandomi nel limbo. Le relazioni amorose sono diventate un campo minato, oscillando tra la ricerca
disperata di compagnia e il terrore di un legame emotivo, a seguito di una relazione psicologicamente
abusiva che mi ha indotto a chiudermi completamente all’amore.
Mi sono ritrovata a temere l’affetto, convincendomi che ogni vicinanza fosse preludio di dolore. Questa
convinzione mi ha portato a un isolamento emotivo, nell’illusione di proteggermi dal rischio di essere
abbandonata. “Non puoi lasciarmi se non ti lascio avvicinare”, è diventato il mio mantra, un riflesso
della mia battaglia interna con il DBP.
Anche le mie relazioni umane in generale erano diventate un enorme problema, poichè ho sempre una
grande paura dell’abbandono e mi basta una risposta diversa, uno sguardo diverso o un cambio di tono
per andare completamente nel panico.
E’ come se fosse una costante lotta interna per non permettere alle persone di abbandonarmi.
Un altro sintomo che mi ha portato a chiedere aiuto sono state le urla, cioè, se per esempio in un
qualunque momento sono in camera, e i miei genitori sono fuori con il cane, quindi mi trovo da sola, io
sento urla, dalla mia testa che mi porta a pensare cose assurde, come l’ipotesi che sia morto qualcuno di
loro.
Un altro enorme problema è stato proprio la comprensione delle emozioni, come se il mio corpo o il
mio cervello si sentissero in sovraccarico, un po’ come il bug nei cellulari, e inizia ad andare
completamente in crisi.
Alla fine, decisi di rivolgermi ad un centro specializzato, che me lo diagnosticò qualche mese dopo.
Il mio invito è, oltre a quello di chiedere sempre aiuto, se vi rivedete nei sintomi del DBP o di
qualunque altro disturbo rivolgetevi a centri specializzati, così che possano aiutarvi nel modo più
efficiente possibile.”.
Viola, 18 anni.
Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) è una condizione psichiatrica che incide profondamente
sulle dinamiche relazionali, sia amorose che interpersonali, di chi ne è affetto. Nelle relazioni amorose,
un aspetto cruciale da comprendere è che l’intensità dell’amore e la percezione di dipendenza emotiva
da parte dell’individuo con DBP possono paradossalmente spingerlo a compiere azioni che minano la
stabilità del rapporto.
Più si sentono coinvolti e dipendenti, maggiori possono essere gli sforzi, inconsci e non, volti a
sabotare la relazione stessa.
La persona borderline ama. Ama e lo fa anche molto. Ma più il rapporto diventa importante e più si
attivano le ansie del borderline nei confronti dell’intimità e sente disperatamente questo bisogno di
evadere. Non sono mostri, sono persone intabili che necessitano di costanti rassicurazioni e tanta forza
di volontà, che però spesso non basta, e molto spesso non basta neanche l’amore.
L’amore che un borderline può offrire passa da viscerale a disinteressato da un momento all’altro, e la
paura è il cardine del tutto. Il borderline sviluppa quello che gli psicologi chiamano “attaccamento
disorganizzato”, ha cioè interiorizzato dei modelli relazionali altamente disfunzionali nel periodo
dell’infanzia.
Da adulto il borderline, tenderà a mettere in atto con le persone care gli schemi comportamentali
appresi in famiglia, e ciò lo influenzerà nelle sue relazioni umane, che lo porteranno ad avere la
costante paura di tradimento e di abbandono.
Dalila Giordano, III Bc