Cari lettori, è da poco uscita la quarta ed ultima stagione della serie ‘Sex Education’, una delle più
amate serie tv presenti su Netflix. La serie ruota attorno alle vicende del liceale Otis Milburn e dei
suoi amici. Otis è un comune adolescente impacciato, figlio di Jean, una terapista sessuale. La sua
vita è sempre stata influenzata dal lavoro della madre, tanto da renderlo un ragazzo molto empatico
e sensibile, soprattutto ai problemi sessuali altrui. Presto egli si renderà conto delle sue abilità
terapeutiche e deciderà di aprire una “clinica sessuale” clandestina per aiutare i suoi coetanei ad
affrontare i loro problemi intimi. Così comincia l'avventura da sessuologo di Otis che, insieme a
Maeve ed Eric, costituisce il fulcro delle relazioni del liceo Moordale.
Può sembrare una serie sciocca, banale, forse addirittura volgare, ma è molto di più. Sex Education
è una serie che ogni adolescente dovrebbe guardare, per potersi sentire compreso, perché si tratta di
una serie tv che spazia su una vastissima varietà di temi, per cui ognuno possa rispecchiarsi in un
personaggio, in una determinata scena o problematica.
La novità della serie consiste nello sdoganare completamente qualsiasi genere di tabù: tematiche
come l’orientamento e l’attività sessuale, l’abuso, la disabilità, la salute mentale, l’accettazione di sé
stessi, l’importanza dei contraccettivi, i disturbi alimentari e molti altri. Nella trattazione di questi
temi si traggono molteplici insegnamenti, tant’è che si potrebbe definire una serie formativa.
Sex education può essere veramente un strumento di conoscenza alla portata di noi ragazzi.
L’adolescenza è un periodo di grande esplorazione che non va bloccata, ma va sostenuta attraverso
la messa a disposizione di strumenti funzionali e cognitivi. Spesso si da per scontato o forse si
sottovaluta l’importanza della conoscenza sessuale che dovrebbe avere un’adolescente e, proprio
per questo, dovrebbe essere promossa, soprattutto nelle scuole, l’educazione all’affettività e al
sesso. Non facciamoci spaventare dai contenuti espliciti della serie, piuttosto diamole una
possibilità per comprendere le domande e le perplessità che i teenager possono avere in tema di
sessualità e non solo.
Sex Education ha la capacità di istruire e trasmettere, in modo implicito o esplicito che sia,
un’insieme di insegnamenti e principi particolarmente delicati che spesso si omettono, ma che
invece ognuno di noi merita di sapere ed esplorare. Lo smarrimento davanti a una gravidanza
indesiderata, le pressioni degli adulti e della società nei confronti dei giovani, l’orrore della
diffusione non consensuale di materiale intimo, la battaglia per i diritti di tutti, il lento e faticoso
percorso di guarigione da intraprendere in seguito ad una molestia sessuale, sono tutti argomenti di
cui non si discute mai ma che ciascuno di noi vive silenziosamente, in segreto, magari proprio nella
propria quotidianità. Sembra quasi come se si voglia nascondere quella che in realtà non è altro che
la normalità.
Sex Education rappresenta quindi una grandissima innovazione, in quanto ha avuto il coraggio di
parlare e promuovere in tutte le maniere e le sfumature possibili tutti questi temi in modo dettagliato
e allo stesso tempo ha avuto la spettacolare abilità di parlarne con ironia e serenità, riuscendo a
commuovere, emozionare e contemporaneamente divertire lo spettatore.
La particolarità che rende la serie tv realmente speciale è l’attentissima analisi di ogni singolo
personaggio: tutti sono protagonisti, nessuno escluso, e vengono indagati secondo un quadro ben
preciso, dal carattere allo sfondo familiare. In questo modo viene naturale immedesimarsi nelle loro
vite e affezionarsi a tutti, infatti anche i personaggi meno amati finiscono per essere importanti,
poiché vengono spogliati della loro corazza e vengono esposte tutte le loro debolezze e fragilità.
Sex Education è casa, è ricevere un abbraccio nel momento in cui ne hai più bisogno, è un “andrà
tutto bene” detto sottovoce. Dunque, se non l’avete già fatto, correte a vederla: vi spezzerà il cuore
per poi ricucirvelo.
“Voglio dire, mi rendo conto che questa è una fase naturale della pubertà, il desiderio di
indipendenza, ma sai credo non mi aspettassi che facesse così male.”
– Jean Milburn
Sofia Cigna IV B Classico