Il 25 ottobre ha debuttato sul grande schermo "Saw X", il decimo capitolo della celebre saga
slasher, che si distingue per raccontare una truffa avvenuta ai danni dell'Enigmista.
John Kramer, afflitto dalla disperazione a causa di una diagnosi oncologica senza speranza,
decide di partecipare a un gruppo di supporto per malati terminali. Qui, riceve la suggestione
di cercare una cura sperimentale in Messico, considerata miracolosa ma censurata dal
governo. Dopo aver sottoposto se stesso a tale trattamento, scopre che l'operazione non è mai
stata effettuata, e l'azienda è scomparsa nel nulla.
Inizia così un crudele gioco di vendetta che coinvolge i responsabili della truffa, coloro che
hanno giocato con la speranza di malati di cancro. I coinvolti vengono rapiti e costretti a
subire torture, autoinfliggendosi danni fisici estremi, con la morte in caso di rifiuto.
Questo spietato piano di vendetta, ispirato a Eschilo e la sua catarsi attraverso il πάθει μάθος,
solleva una domanda morale fondamentale: è giustificato compiere azioni macabre per
indurre le persone a riconoscere e redimersi dai loro errori?
Il decimo film pone John Kramer in una luce diversa, quasi come un "buono" o una "vittima",
grazie alle sue esperienze e motivazioni. Nel colpo di scena finale, Kramer stesso subisce le
torture da lui organizzate, svelando una conclusione in cui le forze benevoli prevalgono sul
male, caratteristica tipica degli horror.
Saw X solleva la complessa questione se il male possa contribuire a una causa giusta, e se i
mezzi utilizzati possano essere giustificati. Rispondere a tale domanda richiede l'esperienza
diretta del film per comprendere appieno le motivazioni alla base di questa storia avvincente.
Gemma Montaperto 4BC