Purtroppo, negli ultimi tempi, l’uso del termine “femminicidio” è aumentato in maniera esponenziale. È importante specificare che con questa parola, indichiamo qualsiasi tipo di violenza effettuata su un soggetto di sesso femminile: donna, ragazza, bambina. Nel peggiore dei casi, può sfociare in un omicidio. Fa però riferimento a un campo molto più vasto, ad esempio, un abuso sessuale o un maltrattamento fisico o psicologico. Nel nostro Paese, al momento, siamo arrivati a 109 donne uccise solamente nell’anno che è ancora in corso. Grazie ai notiziari e ai programmi televisivi che ogni giorno seguiamo, alcune di queste donne vengono ricordate…di altre, invece, non ricordiamo nemmeno il nome.
Prendiamo l’esempio più noto del momento, è proprio di questo che parleremo oggi. Perché nel terribile caso di Giulia Cecchettin tutta Italia era attaccata agli schermi a seguire parola per parola? Perché il suo funerale ha fatto così tanto scalpore in ogni casa italiana? Perché le altre 108 donne non hanno ottenuto la stessa visibilità?
Riguardo questo argomento sono girati diversi commenti, secondo i quali è sbagliato che Giulia venga ricordata in questo modo, mentre tutte le altre donne restano nell’oblio. Altri affermano, invece, che queste persone non hanno capito l’impatto che l’episodio ha avuto sulla nostra società.
Ed effettivamente, i motivi per cui la scomparsa di Giulia ci ha colpiti così tanto sono diversi: vediamoli più nello specifico.
Innanzitutto, la notizia di una coppia di ventenni improvvisamente scomparsa, non poteva passare inosservata. Quindi è normale che le persone siano rimaste col fiato sospeso a seguire tutti i nuovi titoli che i notiziari offrivano. E ovviamente, il ritrovamento del corpo di Giulia nel lago, è stato uno shock per ognuno di noi.
Altri fattori ad aver contribuito, sono sicuramente gli interventi degli altri componenti della famiglia di Giulia: il padre, il fratello e in particolar modo la sorella. Quest’ultima, Elena, ha fatto un emozionante discorso ai funerali della ragazza, affermando che è compito degli uomini di questa società, educare i più giovani al ripudio del patriarcato e a richiamarli al minimo accenno di violenza o di atti sessisti. Inoltre, Elena appella in prima persona lo Stato, accusandolo di non proteggere le donne da questi atti di natura patriarcale, definendo il femminicidio, non un delitto fatto per amore, ma un delitto di potere.
Senza dubbio, il fattore più importante è stato però, la figura stessa di Giulia. Una ragazza di 22 anni, a un passo dalla laurea, in cui ognuno di noi ha rivisto una figlia, una sorella, un’amica.
La verità dietro questa visibilità è che Giulia avrebbe dovuto essere l’ultima. Avrebbe dovuto essere un messaggio di speranza, che evidentemente la società prettamente patriarcale in cui viviamo non ha appreso, visto che dopo Giulia, altre 4 donne sono state brutalmente assassinate dal proprio compagno, nel giro di pochi giorni.
Quindi ecco perché proprio Giulia. Perché Giulia è stata un esempio per tutte le donne, ma in generale per tutti noi. Un esempio di libertà, qui per ricordarci che se vuole, una donna può alzare il braccio per una sera, senza che sia un invito ad essere violentata. Che se vuole, una donna può indossare una gonna corta o un vestito attillato, senza essere stuprata. Che se vuole, una donna può lasciare il proprio uomo, senza essere poi uccisa in maniera brutale.
In conclusione, dico che la lotta contro la violenza sulle donne debba arrivare a ciascuno di noi. E che dovrebbe essere insegnato sin da piccoli, ai bambini che sono il nostro futuro, che la donna non è un soggetto inferiore, e che tutti gli esseri umani devono esser trattati allo stesso modo, con rispetto.
Solo con l’impegno di tutti alla comprensione di cosa significhi essere umani, possiamo porre fine a questa enorme piaga.
Vergottini Samuele 3B Linguistico