Canicattì tra storia e realtà ma soprattutto tra testi latini

Quante volte a scuola ci siamo sentiti dire che il latino è fortemente legato alla lingua italiana ma
soprattutto alla nostra terra? Tantissime volte, ma non tutti sanno che anche a Canicattì esistono
documenti latini (e non) scritti da vari autori che al giorno d’oggi non sono citati o addirittura
neanche conosciuti.
Il “Centro Documentazione Canicattì” è un sito che serve a coloro che hanno voglia di sapere tutto
ciò che riguarda la nostra cittadina. In questo sito sono presenti varie sezioni: una prima sezione in
cui è contenuto tutto ciò che è stato scritto su Canicattì; una seconda sezione dedicata a lettere,
scienze e arti; una terza sezione dedicata a proverbi, espressioni, preghiere, stornelli e filastrocche;
una quarta sezione dedicata a cartoline, fotografie remote o recenti di persone, luoghi ed eventi
della città. Proprio grazie alla prima sezione sono riuscita a risalire ad alcuni documenti, scritti dal
1467 in poi.
Nel sito sono presenti vari testi importanti, sia in latino che in italiano, che ci testimoniano come
Canicattì sia cambiata nel tempo. Ecco alcuni tra i più importanti:
 La licentia populandi: questa testimonianza, opera di Giovanni (Re) d’Aragona, dimostrava
una concessione da parte del Regno di Sicilia in favore dei baroni o feudatari, consistente
nel privilegio di popolare un feudo. Possiamo inoltre notare un dettaglio: in questo periodo
“Canicattì” non veniva chiamata così ma “Chandicattini”, come possiamo notare alla pagina
35 di questa concessione.
 De Rebus Siculi: scritto da Tommaso Fazello nel 1558, originario di Sciacca che ben presto
indossò l’abito domenicano e si dedicò allo studio della teologia e della filosofia. Durante il
suo soggiorno romano inizia a scrivere la prima stesura del “De rebus siculis decades duae”
che venne stampata a Palermo nel 1558. Fazello scrisse altre due opere “Le due deche
dell’Historia di Sicilia” e “Della Storia di Sicilia-deche due”. Nell’opera della prima decade
prima decade, l’autore fa un’efficace descrizione geografica della Sicilia, mentre nella
seconda si sofferma sulla storia dell’isola. Quasi tutte le città e i luoghi citati dagli scrittori
dell’antichità sono stati in quest’opera collegati alla toponomastica del suo tempo. In questa
opera vengono citate varie città come Canicattini (Canicattì), Rayahalmutu (Racalmuto),
Alcamus (Alcamo), Camarata (Cammarata), Caltanixetta (Caltanissetta), Raphadalis
(Raffadali), Heraclea (Eraclea) ecc.
 Regni Siciliae Pragmaticarum Sanctionum-Tomus Secondus: scritta da Raimondo
Raimondetta nel 1576, in cui viene nuovamente citato “Candicattini”; il testo è scritto in
latino.
 Sicilia sacra
 – Liber tertius: scritta da Rocco Pirro nel 1638, anche qui viene citato Canicattì, e secondo
questo testo in quel periodo nella cittadina era presente Re Filippo Bonanno ed anche una
confraternita di S. Barbara.
 Il mercato delle meraviglie (Istoria naturale): scritta nel 1653 da Nicolò Serpetro, in cui
viene Giovanni Bonanno e la città Candicattini. Nel sito sono presenti anche dei dipinti
come quello fatto da Francesco Ciché nel 1717 in cui viene ritratto Giacomo Bonanni, Duca
di Montalbano, Barone di Canicattì e Ravanusa.
 Nel 1705 grazie a Giuseppe Formenti, è arrivato a noi una mappa tipografica in cui Canicattì
è chiamato “Candipar”, uno dei tanti nomi rilevati nelle carte topografiche.

 L’aurea fenice: scritta da Fra Salvatore da Naro nel 1731, riusciamo a capire che il nome
della città è cambiato molte volte nel corso della storia. In questo testo si parla delle famiglie
che sono state presenti sino ad allora e della città “Canigatti”.
 Lexicon topographicum Siculum: è un testo scritto in latino nel 1759 da Vito Amico, grazie
all’autore possiamo individuare che a “Candicattinum” era presente una grande montagna, e
la zona frequentata dalla città era attraversata da un fiume e dall’altra parte del fiume si
trovava il mercato.
 Durante il tempo è stato anche ritrovato un testo scritto da un anonimo Canicattinese
appartenente alla casa Gangitano, che ci racconta tutti i fatti accaduti nel 1793, i fatti si
riferiscono soprattutto alla vendita del pane e l’arrivo di un Commissario di Cammarata.
 Nel 1783 venne scritto un testo da Gaetano da Marsala in cui si parla di vita e miracoli di
San Diego d'Alcalà, Frate Minore Osservante, Protettore della terra di Canicattì, la cui festa
cade l’ultima settimana di agosto.
Successivamente i testi iniziarono ad essere scritti in italiano. Tra i testi riportati sul sito, uno
particolarmente ha attirato la mia attenzione ovvero “Gli Annali della Fulgentissima Città di
Naro” scritti da Fra Saverio Cappuccino. Questo scritto ha attirato la mia attenzione perché mi
ha subito fatto pensare ai primi Annales scritti dai pontefici latini che erano una raccolta di testi
che contenevano la registrazione degli avvenimenti più importanti nella vita della città. Il testo
scritto dal Frate Cappuccino, parla proprio di come erano divisi i territori di Naro e Canicattì.
In conclusione, penso che la maggior parte delle volte non si ci concentra sulle varie
testimonianze che ogni nostro territorio possiede. Proprio per questo vi consiglio di visionare il
sito “Centro Documentazione Canicattì” per conoscere ed ampliare le proprie conoscenze.
Vi lascio qui il link del sito: http://www.canicatti-centrodoc.it/
E voi lo conoscevate?
Aurora Frangiamone III A Classico