Plutone, quel misterioso e affascinante corpo celeste scoperto nel lontano 1930 da Clyde Tombaugh, continua a catturare la nostra immaginazione. Questo mondo complesso, con le sue montagne, valli, pianure, e addirittura ghiacciai, è stato originariamente individuato grazie alle stranezze nelle orbite di Urano e Nettuno. I loro percorsi sembravano essere disturbati dalla presenza di un oggetto sconosciuto, un indizio che ha portato alla scoperta di Plutone.
Inizialmente considerato il nono pianeta del Sistema Solare, nel 2006 Plutone è stato declassato a pianeta nano a causa della scoperta di numerosi altri corpi celesti simili nella fascia di Kuiper. Un fatto curioso è che Plutone è l’unico ad aver ricevuto il suo nome da una ragazzina di undici anni, ufficialmente designato come “134340 Pluto” dal dio romano degli inferi. Quest’ultimo possedeva la capacità di rendersi invisibile, un po’ come il nostro piccolo pianeta nano.
La distanza variabile di Plutone dal Sole, oscillando tra le 30 e le 49 unità astronomiche, può far pensare che la sua superficie sia oscura. Sebbene sia più scura rispetto alla Terra, quando Plutone non è vicino al perielio, la luminosità del Sole nel cielo è notevolmente più fioca, circa 1000 volte rispetto a quella terrestre. Tuttavia, è sufficiente per far pervenire la luce sulla sua superficie, anche se in modo attenuato.
Incredibilmente, è possibile sperimentare la “Pluto Time” qui sulla Terra, sentendosi ai confini del Sistema Solare. A mezzogiorno su Plutone, la luminosità è simile a quella sulla Terra appena prima dell’alba e subito dopo il tramonto. Questi momenti speciali sono stati battezzati dalla NASA come “Pluto Time.”
Nel 2015, la NASA ha reso accessibile al pubblico un calcolatore online che individua il “Pluto Time” nella propria zona inserendo le coordinate geografiche. Purtroppo, il calcolatore sembra essere temporaneamente indisponibile da alcuni mesi, ma speriamo che ritorni presto per consentire a più persone di sperimentare la sensazione di vivere alla luce di Plutone.
Sebbene Plutone sia a miliardi di chilometri di distanza, il suo fascino non svanisce, e il desiderio di esplorare i confini del nostro Sistema Solare rimane vivo.
LUCA EMANUELE COSTANZINO IVCC