16 gennaio 2023. È questa la data che segna ciò che molti hanno definito “la fine di un incubo”, o “la fine della mafia” o “la fine di un’epoca”, ma che sarebbe opportuno definire come l’avvio di un declino, quello di Cosa Nostra.
Matteo Messina Denaro è stato arrestato, dopo ben trent’anni di latitanza. Infatti, era ricercato dal 1993 per via dei molti omicidi attribuitigli (più di sessanta) ed era diventato nel tempo uno dei latitanti più ricercati d’Italia ed uno degli italiani latitanti più ricercati al mondo. È stato trovato all’interno della clinica privata “La Maddalena”, a Palermo (e, piccola chicca, a poca distanza dal Centro Operativo della DIA), mentre si apprestava ad eseguire una seduta di chemioterapia.
Tuttavia, queste sono informazioni che negli ultimi giorni si sono spanse a macchia d’olio.
Quello su cui si dovrebbe riflettere e far riflettere in quest’articolo è il fatto che in molti, purtroppo, affermano che “Cosa Nostra, ora, è finita”. Ebbene, il generale Mario Mori ha dichiarato: “L’arresto di Riina è stato l’alfa, l’inizio; l’arresto di Messina Denaro è stato l’omega, la conclusione”. È vero, fino ad un certo punto. La “conclusione” di cui parla il generale è quella degli arresti di tutti gli stragisti degli anni ‘90; ed effettivamente dopo l’arresto di Riina, di Provenzano e ora del boss di Castelvetrano non c’è più nessun boss latitante di quella stagione.
La strategia stragista voluta da Riina e ancora più da Messina Denaro è stata quella che ha portato Cosa Nostra ad un declino che ora, con l’arresto del boss, è evidente a tutti. Usando le parole di Roberto Saviano, “Cosa Nostra è stata decapitata”, ed adesso quest’organizzazione criminale, già provata per via della gestione fallimentare degli anni ’90 e della conseguente perdita di affari, contrariamente alle organizzazioni sorelle (ossia il Sistema e l’Onorata Società, volgarmente dette camorra e ‘ndrangheta, più ricche e meno prostrate proprio per non aver partecipato all’ascesa al potere in modo violento insieme ai siciliani, proteggendo così i propri affari), si è consumata ed indebolita a causa dei collaboratori di giustizia, degli arresti e delle condanne che aumenteranno sempre più.
Ma Cosa Nostra, purtroppo, non è finita per certo: Messina Denaro continuerà ad essere il sovrano incontrastato dell’organizzazione, continuerà ad essere il capo indiscusso anche in regime di carcere duro. La domanda da porsi è dunque questa: dopo quest’arresto, chi sarà il suo successore operativo? Chi prenderà il posto lasciato da lui vuoto per gestire gli affari da vicino?
Una cosa è certa, e cioè che ci sarà un successore, perché non si può essere impreparati davanti ad un colpo così duro. Guardando al passato e nella storia delle altre organizzazioni criminali nel mondo, si può dimostrare ciò che ho scritto prima. Per esempio, negli anni ’80, in Messico, la gestione degli affari e del traffico di droga era affidata ad un capo (Miguel Angel Felix Gallardo, “El Padrino”); prima del suo arresto, organizzò il territorio in diverse regioni, affidate a suoi collaboratori stretti e su cui egli avrebbe mantenuto la supervisione, di modo che, quando fosse arrestato, l’organizzazione non avrebbe subíto colpi pesanti.
In conclusione, è quasi certo che Cosa Nostra continuerà ad esistere, anche dopo che “Diabolik” è stato arrestato, perché è impensabile che non si sia pensato ad un successore in questi trent’anni, perché non è possibile che Cosa Nostra finisca con lui.
Taibi Antonino VCC