Tony Montana, il protagonista di Scarface, è un personaggio immaginario, creato dalla mente dello scrittore Armitage Trail e riadattato poi nell’omonimo film nel 1983; tuttavia il suo personale profilo psicologico è analogo a quello di molti altri boss del crimine, indipendentemente dallo spazio e dal tempo che li separa e la conoscenza delle azioni che ha compiuto, ma soprattutto dei motivi che lo hanno spinto a compiere quelle stesse azioni, può aiutarci a gettare luce su un fenomeno problematico tanto nel passato quanto nel presente.
In particolare, due sono le matrici che hanno concorso a plasmare il carattere violento e antisociale del personaggio: la sua travagliata vicenda personale e la mentalità comune in quegli anni, il capitalismo: non è un caso il frequente riferimento al sogno americano e molto simbolica è la frase che apre e chiude la storia dell’uomo come boss della malavita, “Il mondo è tuo”.
Tony nasce a Cuba, nel 1940, in una famiglia molto povera e inserito in un ambiente dove lo spaccio, la rapina e persino l’omicidio sono all’ordine del giorno. Mentre è ancora giovane, subisce l’abbandono da parte del padre, evento che segnerà terribilmente la sua vita: l’abbandono, che sia fisico o ideale, di uno o entrambi i genitori, spesso provoca nel bambino una sensazione di scarsa stima verso di sé, senso di colpa e rabbia per il torto subìto. L’abbandono da parte del padre ha quindi probabilmente smosso in Tony quelle difese narcisistiche dedite alla protezione dell’Io, creando delle convinzioni inconsce disfunzionali: se anche chi mi ha generato ha scelto di abbandonarmi allora vuol dire che valgo davvero poco. Si crea così interiormente un nuovo oggetto d’amore, altro dal Sé (ciò che una persona è) e coincidente invece con il Me (ciò che una persona appare), che ha spesso caratteristiche di grandiosità che compensano l’amore e la stima per se stessi.
Inoltre, la gravosa condizione socio-economica e la frequentazione di ambienti violenti e criminali sono tutti fattori che concorrono allo sviluppo dapprima di disturbi del comportamento e in seguito di un vero e proprio disturbo antisociale di personalità. Significativa è anche la relazione tossica con la moglie Elvira, relazione che al rispetto e l’amore reciproco sostituisce l’abuso e la violenza nei confronti dell’altro. Tony quindi non vuole, ha bisogno di ottenere la ricchezza, ha bisogno di ottenere il potere, ha bisogno di ottenere la donna più bella; la sua fame di grandiosità fagocita tutto ciò che può, come afferma chiaramente lui stesso:”Voglio il mondo, chico, e tutto quello che c’è dentro”.
Alla megalomania di Tony fa da sfondo, come abbiamo detto, il sogno americano, la tensione ad ottenere, ad ingozzarsi di fama e potere quanto più possibile, l’ambizione che porta a bramare il mondo e se possibile anche la Luna. Tony, come ci viene mostrato in una famosa scena, non è diverso dagli altri uomini che hanno voluto raggiungere la vetta del successo convinti che quella fosse la felicità e che, una volta arrivati, sono rimasti terribilmente delusi.
Alla fine, ciò che Scarface ci mostra è il ritratto di un uomo seduto su un trono dorato, con tutti i lussi del mondo, la pancia piena e una insoddisfazione intramontabile.
Francesco Montaperto, VCC