Un proverbio Africano dice: “Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”.
“Ma dobbiamo costruirlo, questo villaggio come condizione per «educare»” dice Papa Francesco.
Questo proverbio ci fa riflettere molto su quanto la nostra società sia caratterizzata da legami deboli e dalla mancanza di tempo da dedicare alle relazioni.
Per questo motivo, a Piacenza è stata messa in atto un’iniziativa tra una casa di riposo e un asilo nido prendendo spunto da alcune scuole in Francia e negli USA. Questa è un’idea molto innovativa: da una parte troviamo gli anziani spesso “parcheggiati” in case di riposo, bisognosi di stimoli e relazioni, dall’altra i bambini che con la loro curiosità hanno bisogno di fare nuove esperienze e chi meglio degli anziani può aiutarli? Ecco che questo connubio di relazioni diventa un salvavita per grandi e piccini. Il progetto è iniziato nel 2009 e la realtà ha superato le aspettative.
Nel corso degli anni sono state sviluppate molte attività in base ai gusti di anziani e bambini, quali laboratori culinari e fotografici. Nel 2015 si sviluppa il progetto di una biblioteca interna con libri scelti da anziani e bambini. Il libro è diventato così un testimone di passaggio intergenerazionale che ha visto coinvolgere anche i genitori del nido.
Nel 2020 si è diffuso il covid che ha segnato le vite di tutti, il progetto quindi ha iniziato a vacillare in quanto i bambini non essendo in età vaccinabile non potevano stare a contatto con gli anziani (soggetti fragili). Ma gli organizzatori non si sono persi d’animo e hanno trovato dei metodi alternativi affinché questo rapporto potesse rimanere saldo. Sono state quindi create delle “bolle” che permettevano il contatto, anche se visivo. Inoltre, sono state installate delle casse bluetooth, attraverso le quali gli anziani potevano raccontare delle storie ai bambini facendo loro dimenticare la lontananza dalla mamma.
Purtroppo l’esperienza piacentina è rimasta un caso isolato, forse dovuto alla mancanza di strutture idonee per avviare iniziative simili in altre città. Questo progetto ha, comunque, evidenziato quanto siano importanti le relazioni a qualsiasi età, quanto i rapporti intergenerazionali siano fecondi, consentendo agli anziani di poter comunicare la propria storia e le esperienze di una vita, e quanto per i bambini sia fondamentale ascoltare questi racconti che aprono i loro orizzonti inserendoli nella Storia.
Beatrice Falcone, IIIAC