Hai mai avuto l’impressione di non saper dire di “No” a qualcuno? Se la risposta è sì e ti capita anche spesso potresti soffrire di People Pleasing.
Viene definito People Pleaser colui che “ha un bisogno emotivo di compiacere gli altri spesso a scapito dei propri bisogni o desideri”. Non è semplicemente un gesto di altruismo o gentilezza compiuto sporadicamente, ma è un vero e proprio disturbo dovuto per lo più ad una bassa autostima e al desiderio di essere accettati. Non è quindi una debolezza occasionale, ma una lotta quotidiana.
Il nostro essere ζῷον πολιτικόν, ovvero animali sociali, provoca in noi l’impulso di prestare attenzione ai bisogni e ai sentimenti altrui, ma questo non dovrebbe comportare l’anteporre quest’ultimi ai propri. Cadere nella trappola del people pleasing significa quindi non avere più il controllo di questo nostro istinto, atteggiamento che inevitabilmente ci porta a sentirci insoddisfatti, inadatti e talvolta può essere causa di altre condizioni, come il disturbo borderline o il disturbo d’ansia sociale.
Ci sono alcune abitudini tipiche dei people pleasers, quali ad esempio:
• Fare fatica a dire “no”
• Trovare difficile l’essere deciso ed l’esprimere le proprie opinioni
• Essere perennemente preoccupato di ricevere un rifiuto dagli altri
• Non sopportare le critiche
• Avere paura delle emozioni negative
• Fare un favore agli altri a ogni costo
• Diventare emotivamente dipendente nei rapporti interpersonali
• Dare troppa importanza all’approvazione degli altri
• Agire in base a ciò che gli altri pensano di te
Ovviamente si tratta di una condotta che non può far altro se non determinare malessere, per più ragioni. Innanzitutto il people pleaser tende a reprimere tutte le emozioni negative, come rabbia, odio, fastidio, amarezza, causando a se stesso crolli emotivi e psicologici per il desiderio persistente di piacere sempre. Cercare di mantenere l’apparenza di essere costantemente positivo, scatena nell’individuo uno stress cronico, a tratti impercettibile, ma che quasi obbliga a tenere sempre una maschera. Conseguenza inevitabile è la perdita della propria personalità: nessuno potrà mai essere conosciuto per quello che realmente è, ma soltanto per come si mostra. Sostanzialmente si smette di essere autentici per diventare falsamente apprezzati, ci si chiude tanto in se stessi da diventare diffidenti, e con il passare del tempo si percepisce maggiormente la disconnessione con il resto del mondo. Tutto si traduce però in un atto egoistico, nell’estenuante tentativo di controllare la reazione di qualcun altro rapportandola al proprio atteggiamento, comportandosi quindi in un determinato modo. Ciò richiede uno sforzo immane che del resto non viene ripagato. Infatti l’impressione che il people pleaser ha di essere amato dagli altri, spesso è soltanto una menzogna. Le persone possono facilmente approfittarsi di esso e considerarlo bersaglio del loro “uso e abuso”. Sviluppo naturale è dunque essere la preda preferita di narcisisti, parassiti e “vampiri” divenendo incapaci di uscire da questo circolo vizioso, imprigionati dal sentirsi necessari e desiderati. La soluzione per ritornare in sé è di certo affidarsi ad uno psicologo, non sottovalutare i brutti scherzi giocati contro di noi dalla nostra mente e riconoscere la potenza dei nostri stati d’animo, per evitare che tutto ciò possa stravolgere i nostri stili di vita. Infatti per quanto sia importante il valore dell’altruismo e la collaborazione tra individui, non è salutare diventare troppo dediti a questo e troppo poco ai bisogni personali. È più opportuno stare bene con sé stessi, prima di poter stare bene con gli altri, affinchè non ci sia la necessità di essere accettati e amati ma la consapevolezza di accettarsi e amarsi da sé.
Bruna Badalamenti VCC