Samantha Cristoforetti, eccellenza nell’esplorazione spaziale e assoluto esempio di determinazione, ma soprattutto di competenza e professionalità, il 14 ottobre è rientrata sulla Terra a bordo della capsula Crew Dragon Freedom, ammarata al largo della Florida in tarda serata. La permanenza dell’astronauta nella Stazione Spaziale Internazionale è durata quasi sei mesi; era partita infatti il 28 aprile insieme alla Crew-4, ovvero l’equipaggio formato dagli astronauti della Nasa Kjell Lindgren, Bob Hines e Jessica Watkins.
Per la Cristoforetti questa è la seconda volta in orbita: aveva già preso parte infatti, tra il 2014 e il 2015, ad una missione di lunga durata che aveva preso il nome di “Futura”, mentre la missione da poco conclusa è stata denominata “Minerva”.
Il nome, come è spiegato sul sito dell’ESA (European Space Agency), deriva ovviamente dalla divinità romana, simbolo della saggezza, dell’artigianato e delle arti.
Dunque tale scelta va interpretata come espressione di riconoscenza dell’abilità, della perizia e dell’esperienza di tutti coloro che fanno parte di questo grande campo che è l’esplorazione spaziale, i quali, dimostrando saggezza proprio come Minerva, contribuiscono ad allargare sempre di più i nostri confini, progredendo nella ricerca.
La missione ha visto Samantha impegnata in numerosi esperimenti internazionali che riguardano diversi campi della medicina: ricerche su materiali, nuove tecnologie sanitarie e sul ciclo vitale delle piante.
È stato fondamentale anche il contributo del nostro paese: sei di questi esperimenti sono italiani, tre dei quali già portati avanti dall’astronauta Luca Parmitano in una missione precedente, mentre i restanti tre sono del tutto nuovi.
Samantha, nello svolgere il suo lavoro, è stata davvero impeccabile: potremmo definirla una donna “da record”. Innanzitutto questi 170 giorni di permanenza nello spazio si vanno a sommare ai 200 giorni della missione precedente, facendo ammontare a 370 giorni il periodo di permanenza nello spazio trascorso dalla Cristoforetti. Questo la rende la seconda donna astronauta al mondo ad essere stata in orbita per il periodo più lungo. Dopo però Peggy Whitson, che detiene il primo posto con i suoi 665 giorni, accumulati in quattro missioni diverse.
Inoltre Samantha è stata la prima italiana ed europea ad aver compiuto un’attività extra-veicolare. Il 21 luglio infatti ha effettuato una passeggiata spaziale, indossando fra l’altro la tuta spaziale russa Orlan.
Ma non finiscono qui i primati attribuibili all’astronauta. Difatti il 28 settembre è stata ufficialmente nominata comandante della ISS per un po’ di giorni: dopo tre statunitensi abbiamo quindi la prima donna europea ad ottenere quest’importante incarico.
La sua straordinaria bravura e i suoi numerosi riconoscimenti fanno sì che venga dipinta, da noi “comuni mortali”, come un lontano supereroe, capace di cose che potrebbero sembrare impossibili. In realtà, secondo me, altro non è che l’esempio perfetto di determinazione, dedizione, impegno, voglia di raggiungere i propri obiettivi e amore per il proprio lavoro. Potremmo dire quindi che è più vicina a noi di quanto non sembri; a dimostrarlo è anche il suo canale TikTok: “Astrosamantha” (così si chiama sul social) è sbarcata anche su questa piattaforma che gestisce lei stessa autonomamente e dove pubblica numerosi video in cui mostra la vita quotidiana nello spazio. Ad esempio tutorial su come bere un caffè o come fare workout o addirittura video in cui invita a provare cibi ecologici con gli insetti.
Tutto questo con lo scopo di far sì che i giovani si avvicinino sempre più al tema dell’esplorazione spaziale e alla ricerca, portandoli, come dice lei stessa in un video, “dove nessun TikToker è mai arrivato prima!”.
In conclusione, non ci resta quindi che essere orgogliosi che una tale eccellenza italiana abbia contribuito e continui a contribuire sempre più al raggiungimento di grandi obiettivi, di studi e ricerche fondamentali per la vita dell’intero pianeta Terra.
Ester Mulone VCC