La scorsa volta ho ascoltato una discussione tra due persone, e una di loro si domandava se siamo colpevoli della morte, per esempio, dei poveri che sappiamo esserci sia nelle nostre stesse città sia nelle altre parti del nostro Stato, del nostro continente o del mondo intero; e l’uno di loro che sosteneva ciò si basava principalmente su due cose: il fatto che siamo consapevoli che esistano queste persone; il fatto che siamo consapevoli di poter fare qualcosa per esse. E siccome mi sembrava un argomento interessante, ho voluto riscrivere tutto il dialogo come meglio potessi ricordarlo, ed era andata più o meno così…
René: Stavo pensando…Se prendessi adesso questo coltello e lo usassi per tagliarti la gola, e tu morissi, si potrebbe dire che sarei colpevole della tua morte?
Federico: che domanda è? Certo che sì, mi hai ucciso, voglio dire…
René: Vuoi dire che se chiedessi a un sicario di prendere questo coltello e di tagliarti la gola, non sarei più io il colpevole?
Federico: No vabbè, in quel caso lo saresti comunque, ma perché mi hai fatto uccidere”
René: Quindi se io vendessi delle armi a persone che so essere mafiosi e le usassero per ucciderti, non sarei colpevole? ”
Federico: Allora aspetta… In quel caso se non sai che sono mafiosi sei giustificato
René: Sì ma ti dico, se sapessi che sono mafiosi?
Federico: Allora sì sei colpevole
René: E perché?
Federico: Eh tu sapevi che dandogli quelle armi avrebbero ucciso delle persone
René: Mentre se non lo avessi saputo sarei giustificato. Giusto?
Federico: Sì certo
René: Quindi sarei colpevole della tua morte se consapevolmente facessi in modo che tu muoia?
Federico: Beh, sì. Credo
René: E può funzionare anche all’opposto?
Federico: In che senso
René: Nel senso che magari tu sei in una situazione in cui so che morirai ma io potrei fare in modo che tu sopravviva
Federico: Sì certo, è come se tu vedessi un uomo per strada che sta male e non lo aiutassi. Tra l’altro per legge in quel caso saresti anche processabile se non prestarsi soccorso
René: E se l’aiutare lui mi costasse la vita? O la felicità? O i figli? La mia realizzazione lavorativa?
Federico: In quel caso sei giustificato, perché è lecito pensare prima di tutto alla tua vita e al tuo benessere
René: Cioè, sono comunque colpevole della morte dell’altro ma sono giustificato?
Federico: Sì, infatti se per esempio io provassi ad ammazzarti e tu mi ammazzassi per difenderti, morirei per colpa tua, sì, ma di certo non avrai avuto torto se lo avrai fatto per difenderti
René: Capito… E se invece il salvarti la vita mi costasse qualcosa ma il rinunciare a quel qualcosa non intaccasse il mio benessere?
Federico: Allora vediamo… Cioè per dire per esempio se fossi un ricco e un povero avesse bisogno di una parte dei tuoi soldi per vivere?
René: Sì
Federico: Allora sì, avresti torto marcio: Un milionario che spende tutti i suoi soldi nelle cose più inutili, in gabinetti e rubinetti d’oro, macchine che su guidano col pensiero, gioielli costosissimi e feste inutilmente dispendiose a posto di aiutare chi non può nemmeno dare dà mangiare ai propri figli e a chi muore assiderato secondo me è l’essere più infido che ci possa essere
René: Hai ragione. Ma perché allora hai comprato quel telefono da 1000€, quella macchina da 45000€ e quelle scarpe da 300€?
Federico: Mi piacevano, non posso comprarle?
René: Non potevi comprare una macchina meno costosa?
Federico: Ma perché?
René: Così con i soldi risparmiati potevi aiutare di quella donna con i capelli rossi, alta… Come si chiamava?
Federico: La zingara che elemosina davanti alla Chiesa dici?
René: Ecco sì
Federico: Sei buonista e incoerente per giunta. Tu pure usi i tuoi soldi per comprare cose inutili
René: Lo so, e appunto era questo quello su cui stavo riflettendo.
Federico: Ma stai tranquillo: noi non facciamo niente, non abbiamo ucciso nessuno, mica è colpa nostra
René: Ma lo hai detto pure tu prima, non devi per forza uccidere qualcuno per essere colpevole della sua morte
Federico: Anche se fosse, fanno tutti così, quindi lascia stare e non pensarci più
René: Mh