Dopo circa un anno dall’inizio della pandemia, uno degli eventi più sconvolgenti del ventunesimo secolo per il mondo intero, si trova per la prima volta una qualche speranza (che ormai sembrava persa) a seguito delle prime vaccinazioni, che permettono di sognare un futuro libero dalle restrizioni che sono ormai diventate la normalità. Il vaccino, nonostante sia per definizione un intervento cautelativo che quindi va effettuato prima dell’infezione, in questo caso è invece un processo sperimentale che crea, in una popolazione già divisa precedentemente in “pro vax” e “no vax”, un divario sempre più grande. La più pertinente ragione di questa divisione è la disinformazione, mostro silenzioso che si arrampica e si insinua nelle menti degli italiani, soprattutto attraverso le campagne di pubblicità “no vax” nei social media che mettono in dubbio la sicurezza e il valore delle vaccinazioni, soprattutto quelle dei bambini.
Recentemente infatti, negli USA, una grande campagna pubblicitaria contro la vaccinazione, condotta anche tramite dei siti dedicati al tema, ha evidenziato che un numero sempre maggiore di genitori si dichiara pronto a non garantire la protezione anche per malattie virali ormai comuni come il morbillo e la pertosse. Il problema più grande che si riscontra quando viene posta in primo piano la problematica del vaccino per il Covid-19, riguarda nello specifico la possibilità che quest’ultimo venga reso obbligatorio o meno dallo Stato italiano.
Il Cbn a tal proposito si esprime dicendo che “si ritiene eticamente doveroso che vengano fatti tutti gli sforzi per raggiungere e mantenere una copertura vaccinale ottimale attraverso l’adesione consapevole. Nell’eventualità che perduri la gravità della situazione sanitaria e l’insostenibilità a lungo termine delle limitazioni alle attività sociali ed economiche, il Comitato ritiene inoltre che — a fronte di un vaccino validato e approvato dalle autorità competenti — non vada esclusa l’obbligatorietà, soprattutto per gruppi professionali che sono a rischio di infezione e trasmissione di virus.” L’obbligo del vaccino dunque, è inteso come altruismo, filantropia e aiuto per le fasce più a rischio della popolazione, quali gli anziani e i bambini, componenti più deboli della grande macchina che è la nostra nazione. Il vaccino inoltre, qualsivoglia sia la casa farmaceutica che lo produce, ha l’obiettivo di prevenire le morti del virus e raggiungere al più presto l’immunità di gregge per il SARSCoV2.
E’ chiaro a tutti che i vaccini contro il Covid-19 al momento sono sicuri, sperimentati e monitorati anche dopo l’autorizzazione ufficiale. Nonostante al momento non sia obbligatorio il vaccino, si vuole far leva sulla responsabilità del singolo cittadino e sulla volontà personale di liberare la nazione dal virus. Come si difende chi sostiene la non necessità del vaccino obbligatorio contro un virus che ci ha privati del contatto, dell’amore e quasi della libertà? La paura è quella che obbligando la popolazione al vaccino si possa eliminare la libertà di ciascuno e che vengano violati i principi dell’articolo 32 della Costituzione che sostiene che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. Come già detto prima tuttavia, è la pubblicità negativa che contribuisce alla creazione di teorie e cospirazioni che confondono e sviano la popolazione che non riesce più a tracciare la linea tra la violazione del libero arbitrio e la salute dell’intera nazione. E nonostante il Cbn continui dicendo che “Il Cnb auspica che tale obbligo sia revocato qualora non sussista più un pericolo importante per la società e sia privilegiata e incoraggiata l’adesione spontanea da parte della popolazione”, e che quindi l’intento dello Stato non sia danneggiare la libertà dei cittadini ma piuttosto proteggerli, circa il 41% degli italiani dichiara che non si vaccinerà contro il Covid19. Per concludere quindi, bisogna tenere a mente che i vaccini sono uno dei provvedimenti più proficui per la riduzione della diffusione della pandemia, in quanto aumentano del 60-70% l’immunità della popolazione; e rammentare che solo con la comunicazione trasparente, comprensibile, chiara e coerente, basata su dati scientifici e certezze, si può aderire consapevolmente alla vaccinazione e, attraverso una scelta ponderata e filantropica, affrancare la nazione dal difficile momento in cui si trova