La libertà è come l’aria: si vive nell’aria; se l’aria è viziata, si soffre; se l’aria è insufficiente, si soffoca; se l’aria manca, si muore.
Secondo l’articolo 13 della nostra costruzione “La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”
Ma si parlava di libertà nella Magna Charta Libertatum, emanata da Enrico III di Inghilterra nel 1225, si legge: «Nessun uomo libero sarà arrestato, imprigionato, spossessato delle sue terre o della libertà o delle libere usanze, o messo fuori legge, esiliato, o molestato in qualsiasi modo, né metteremo, né faremo mettere la mano su di lui, se non in virtù di un giudizio legale dei suoi pari e secondo la legge del paese».
Nella civiltà greca il concetto di libertà era riservato principalmente alla politica e alla religione. La libertà in senso religioso era implicitamente negata in quanto riferita alla ineluttabilità del concetto di fato come ordine causale universale e necessitato a cui tutti erano sottoposti, compresi gli dei.
Espone sinteticamente Cicerone queste prime riflessioni del pensiero antico sul fato:
«Vi erano due opinioni sulle quali si dividevano i filosofi antichi, alcuni pensavano che tutto dipende dal fato, di modo che questo destino esprime la forza della necessità. (Democrito, Eraclito, Empedocle, Aristotele erano di questo parere), altri pensavano che il moto volontario dell’anima avvenga senza alcun intervento del destino; Crisippo, come arbitro sembra aver scelto la posizione intermedia; ma in effetti egli si riferisce a coloro che vogliono pensare che il moto dell’anima sia libero da ogni costrizione.»
Oggi nasciamo e moriamo liberi.
Immaginiamo, di essere controllati.
Il Big Brother che sorveglia le nostre giornate costantemente ed influenza i nostri modi di essere, vivere e amare.
Avremo il divieto di pensare come vogliamo, per timore della psicopolizia. E in lungo e in largo per la città vedremo il solito slogan “La guerra è pace. La libertà è la schiavitù. L’ignoranza è forza”.
Un mondo grigio e monotono, quello che ci racconta George Orwell, nel suo celebre romanzo, “1984”.
Ai nostri giorni, siamo vincolati dal giudizio degli altri.
La paura di essere ciò che si vuole e come si vuole. Il timore di esprimersi, per paura di essere attaccato. Oggi specialmente sui social è molto più semplice.
Bisogna avere coraggio nel difendere la nostra libertà e rispettare quella altrui, in qualsiasi forma. Teniamo a mente una frase di Nelson Mandela :“Essere liberi non significa solo sbarazzarsi delle proprie catene, ma vivere in un modo che rispetta e valorizza la libertà degli altri.”