Si è da poco conclusa la 71esima edizione di Sanremo, il festival della canzone italiana. Ogni anno diversi cantanti concorrono in una gara musicale, sfidandosi l’un l’altro. Durante le cinque serate le presentazioni dei cantanti sono state intervallate da ospiti speciali. I due conduttori Amadeus e Rosario Fiorello, due grandi della televisione italiana, hanno lietamente presentato le esibizioni di quadri viventi, rappresentati dal giovanissimo cantante Achille Lauro. In occasione della prima puntata del 2 marzo, l’artista ha esordito dicendo “sono il Glam rock”. Nel suo monologo ha aggiunto di essere genericamente niente, ma sessualmente tutto, è peccato e peccatore simultaneamente, ha reso, in questo modo, l’essenza del Glam rock anni 70 che è specchio della sua personalità tanto brillante quanto oscura e della sua luce nera. E conclude l’esibizione affermando che “Esistere è essere. Dio benedica chi è!” Durante la sua seconda performance ha invece rappresentato una delle donne più conosciute d’Italia, la grande Mina. Lauro porta sul palco dell’Ariston il Rock’N Roll, cercando di trasmettere un chiaro messaggio a tutti, specialmente alle donne come Mina, di lasciarsi trasportare dall’invito a lasciarsi andare, a vivere la vita come i nostri desideri, istinti e i lati più irrazionali ci inducono a fare. La terza serata è stata quella del Pop: il palco di Sanremo si è trasformato in Itaca, patria di Odisseo. Si tratta di una Itaca di ulivi dorati e colonne nella quale protagonista è Penelope, celebre paradigma della moglie fedele. Nei giorni precedenti, Lauro dopo essersi presentato nella debolezza della solitudine, nell’intento di mettere in discussione il maschilismo nelle vesti di Mina, adesso è il pregiudizio, la piaga da cui la società deve guarire. Non bisogna mai giudicare l’apparenza di una persona, mai criticare da ciò che dimostra esteriormente, ma cercare di penetrare nel suo profondo e conoscere la vera essenza. Il quarto quadro, inoltre, presenta il suo soggetto come una sposa abbandonata, dal trucco rovinato e l’abito lacerato, una donna che si rifiuta dinnanzi alla legge del “si è sempre fatto così” e va alla ricerca della sua libertà a qualunque costo. È un invito rivolto a ciascuno di noi, che nel suo piccolo deve sempre proteggere e difendere i propri ideali, le proprie passioni e la legge morale insita in noi. Infine, in occasione della finale del festival, sabato 6 marzo il giovane cantante ha raccontato il potere della parola, ma anche la sua violenza quando è usata per ferire. Come le rose che gli trafiggono il petto, da cui inizia a sgorgare sangue mentre riecheggiano gli insulti che gli sono stati rivolti negli ultimi anni. La rivoluzionaria impresa di Achille Lauro, salendo sul tradizionale palco di Sanremo, è stata quella di portare in scena dei temi di una straordinaria attualità ma con esuberanza che non ha di certo lasciato il pubblico senza critiche. In tanti hanno giudicato il cantante come non curante dei valori morali, dei limiti che un personaggio di spettacolo deve riservare quando si presenta davanti a tutta la nazione e non solo. Tuttavia in tanti hanno apprezzato l’originalità e la leggerezza con cui ha urlato a gran voce di accettarsi, di accettare sé stessi e il prossimo, omaggiando la musica.
Chi siamo noi per stabilire quale sia l’atteggiamento più idoneo per trattare temi di tale calibro? Forse siamo stati allevati nella culla del perbenismo e non ci siamo mai sporcati di libertà, ed è per tali motivi che probabilmente non siamo riusciti a cogliere il suo messaggio. Che lo strumento di comunicazione utilizzato sia stato efficace e produttivo nessuno può stabilirlo, Lauro è uno come noi, è un essere umano, e in quanto tale ha vissuto le sofferenze dell’essere debole, dell’essere diverso, dai gusti estrosi e lontano dall’omologazione della massa. Sono questi eventi che gli hanno permesso di incarnare sul quel palco quadri che portassero in scena la vita reale, quella contro la quale, ogni giorno, ciascuno di noi combatte. Per cui, citando le sue parole, “Insieme, inginocchiati davanti al sipario della vita. E così sia. Dio benedica Solo Noi Esseri Umani”.