In questi ultimi mesi la strumentalizzazione della questione migratoria sembra essere tornata di moda in Italia. “Una campagna indegna contro Lampedusa per far crollare l’economia dell’isola”, denuncia il sindaco. “Gli abitanti di Lampedusa hanno paura che associando l’immagine dell’isola all’immagine irregolare, si finisca per compromettere l’economia locale”, conferma Nino Taranto, che dirige il piccolo museo storico non lontano dal porto. In effetti l’isola, che fuori dalla stagione turistica ha solo seimila abitanti, vive esclusivamente di turismo. I pescatori, che erano l’orgoglio di Lampedusa, sono sempre meno numerosi. L’emergenza sanitaria sembra aver paralizzato le autorità e i migranti si sono progressivamente ammassati qui. La struttura è arrivata ad accogliere fino a 1.400 persone in uno spazio che ne dovrebbero ospitare 192, e la situazione è diventata insostenibile. Alcuni dei migranti arrivati sull’isola sono stati alloggiati nella Casa della fraternità, messa a disposizione dalla parrocchia di Lampedusa e dal suo parroco, Carmelo La Magra. “È un aiuto modesto per queste persone, per farle soffrire di meno”, spiega. Si rammarica per i discorsi dei politici che parlano solo “di partenze e di chiusure, mentre nessuno parla di come vivono queste persone”. Nella chiesa del sacerdote c’è un presepe donato da papa Francesco che rappresenta la sacra famiglia su una barca, con san Giuseppe che tira fuori un migrante dall’acqua tendendogli la mano. Per il parroco l’emergenza sanitaria “ha messo in crisi le relazioni sociali sull’isola”. Pochi mesi fa i migranti venivano a giocare sul sagrato della chiesa, ma la pandemia ha prodotto soprattutto “paura e chiusura in se stessi” afferma don Carmelo. “Di solito andiamo ad accoglierli sulla banchina del porto per offrigli coperte e bevande. Ora non è più possibile”, spiega Claudia Vitale, che fa parte del progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Vitali non nasconde la sua preoccupazione per il futuro, perché gli sbarchi di migranti non si fermeranno di certo:” Si dovrebbero creare dei corridoi umanitari”. Lo scorso agosto tre giornalisti vicini all’estrema destra sono arrivati sull’isola per un “falso scoop”, raccontando la storia di una donna i cui cani sarebbero stati mangiati dai migranti. Non c’è nulla di vero nella vicenda, ma per molti abitanti dell’isola il danno era stato fatto: l’immagine di Lampedusa era stata rovinata. Questa frustrazione è sempre più forte tra gli abitanti, indipendentemente dal loro orientamento politico. Maraventano, ex senatrice della Lega, ringrazia i “coraggiosi turisti che ci hanno dato una boccata di ossigeno”, ma non vuole sentir parlare della Tunisia. Critica i milioni di euro promessi da Roma a Tunisi e il business dei trafficanti di esseri umani, così come il centro dove i migranti vivono “come animali”. Fin dalla notte dei tempi Lampedusa ha offerto un porto sicuro ai marinai che attraccavano per riposarsi e per ripararsi dai venti. Oggi, tra crisi sanitaria e preoccupazioni per il futuro, l’isola sembra destinata ad affrontare ancora altre tempeste.