Riflessioni sulla giornata della memoria

“Che vadano a casa loro, che muoiano in mare, che muoiano bruciati, dovrebbero riaprire i campi di concentramento.”
Queste sono frasi che vengono pronunciate ancora oggi. Vedete, non siamo progrediti molto da quella volta in cui alcuni malvagi decisero di perseguitare e uccidere qualcuno per questioni religiose, per il loro orientamento, per il colore della loro pelle.
Mi viene spontaneo chiedere cosa spinga l’uomo ad essere così crudele nei confronti di un suo simile. Forse la risposta è la mancanza di empatia: è facile puntare il dito quando non si capisce cosa prova l’altro.
Più o meno 81 anni fa, morirono circa 15-17 milioni di persone, vittime di una politica d’odio che è presente ancora oggi, e tra questi vi erano: ebrei, omosessuali, disabili, non-ariani e oppositori politici.
Oggi, 2021, vengono discriminati ebrei, omosessuali, disabili, donne e stranieri.
Oggi, 2021, c’è chi ironizza su argomenti del genere, perché dai, fattela una risata, prendi tutto sul serio! Ma voi come fate a scherzare in situazioni come queste? E se al posto di chi c’era 81 anni fa e di chi c’è oggi a morire in mare ci foste voi, o i vostri genitori, o le persone che amate? Sarebbe ancora divertente?
Voglio essere sincera: non è corretto dire di ricordare ciò che è accaduto affinché non accada più, perché ogni giorno, in chi ride per le diversità di qualcuno, in chi picchia qualcuno per il suo orientamento, in chi evita gli stranieri per il colore della loro pelle arrivando, addirittura, ad augurar loro la morte, continua a vivere una parte di quel terribile passato che ha provocato la morte di tanta gente normale.
La verità è che tutto viene reso troppo banale e che il razzismo esiste e non smetterà mai di farlo finché tutti noi non inizieremo a mettere da parte l’odio e a comprendere che, nelle nostre diversità, in fondo, siamo tutti uguali.