Se dovessi scegliere una delle qualità che più apprezzo del mio essere, o in generale in un qualsiasi uomo, sceglierei sicuramente il coraggio.
Ho sempre ritenuto che potesse essere uno dei valori massimi a cui aspirare, uno di quei valori che invano cerchiamo di perseguire e che ci accingiamo costantemente a fingere di possedere. Ogniqualvolta facciamo una scelta essa implica del coraggio. A volte bisogna possedere semplicemente il coraggio di lasciare andare le cose, magari quelle che ci pesano sulle spalle come enormi fardelli, quelle che non siamo capaci di gestire , quelle che ci ostiniamo a voler portare avanti perché pensiamo che lasciarle andare possa farci ancora più male che tenerle strette al nostro petto, ma forse, proprio in questa situazione, ignoriamo quanto male possa fare una presa stretta di una corda da un lato quando dall’altro essa è legata come un cappio soffocante, alla mano di quella persona che amiamo. A volte, invece, è necessario possedere il coraggio di mettersi in gioco, di sfidare le proprie paure, di ballare con i propri mostri, essenziale per poter crescere, per potersi misurare con cose apparentemente molto più grandi di noi, per potersi inorgoglire di essere stati in grado di sfidare la sorte, di invertire le leggi della natura e di avercela fatta, di essere giunti finalmente sulla cima di una vetta e di aver respirato quell’aria così pura capace di rinvigorirci e di farci sentire forti, pronti per saltare in un burrone senza avvertire la paura che il paracadute non possa aprirsi. Mi piace percepire il coraggio come una vera e propria forza della natura, più potente di mille uragani, che sovrasta l’uomo da generazioni e che continua incontrastata a governare sul nostro ego, che ci rinvigorisce e ci cura, proprio come un artigiano intaglia con cura il proprio legno quasi alla stregua di un caro affetto, o semplicemente ci guarisce, come quando siamo stati accoltellati dalle parole o dai gesti di una persona cara e non riusciamo ad andare avanti…e cadiamo e ricadiamo nel baratro. Esso ci sopporta e ci dimostra quanto forte possa essere l’animo umano anche se palesemente l’uomo ha smesso di credere in sé stesso.
Ma poi che significato avrebbe la vita senza quel tocco magico del coraggio?
Vedetela cosi: una ragazza, che sembra possedere un carattere così forte come fuoco ardente, armata di dardi inizia la propria battaglia, inciampa, cade, si rialza, si ferisce ma continua costantemente ad andare avanti fino a quando ella non intravede la luce in fondo al tunnel. Stremata, non riesce a pensare ad altro che alla fine della propria battaglia, ma una volta uscita dal tunnel, viene spiazzata da un paesaggio cosi bello da toglierle il fiato…gli ultimi raggi del sole inondando la superfice della terra di quel rossastro colmo di speranze, gli uccelli cantano, il fruscio delle foglie anima l’immenso bosco di fronte e la calda acqua della sera nutre gli animaletti che impauriti dalla presenza dell’uomo non escono più di giorno. Ad un certo punto, però, la ragazza si rende conto che è stata posta nuovamente davanti ad un bivio e invece di fermarsi decide di scagliare una freccia di fuoco e di continuare il suo cammino seguendo la strada più tortuosa. Col tempo la ragazza si trasformò in quella esatta freccia di fuoco che ancora oggi, noi, chiamiamo coraggio!