Noi ragazzi di questa generazione non abbiamo mai vissuto un evento tragico della portata del Coronavirus, non siamo abituati alle privazioni, alle limitazioni della libertà, siamo giovani e ci sentiamo immortali, onnipotenti, ma adesso ci stiamo rendendo conto della caducità della vita, sperimentiamo la sofferenza e assistiamo alla morte di tanti sfortunati. In questi grigi giorni di quarantena non possiamo far altro che rifugiarci nella nostra interiorità per riscoprire la nostra fragilità che diventa il nostro punto di forza. Interrompendo i ritmi frenetici delle nostre giornate stiamo incominciando ad apprezzare i gesti semplici, il dialogo con le nostre famiglie, il gusto di un buon libro, la sincerità di un amico, il valore del tempo. È proprio vero che si apprezzano le cose solo quando si perdono e a noi tutti manca davvero la nostra quotidianità, che apparentemente è monotona, ma in verità è ricca di colpi di scena, di interazioni, di relazioni interpersonali, di emozioni giornaliere. Quanto ci manca la nostra scuola, tempio del sapere! La quarantena è un’occasione per scoprirci distanti, ma vicini, fortificare i rapporti con le persone, ritrovare il piacere di una telefonata o di un messaggio; abbiamo finalmente abbattuto le barriere dell’indifferenza, abbiamo compreso di essere tutti sulla stessa barca senza alcuna differenza etnica, religiosa, socio-culturale e per questo dobbiamo sostenerci a vicenda. Essendo confinati tra le mura domestiche ci arrovelliamo nei nostri pensieri che spesso sfociano nel pessimismo, nella sfiducia del presente e nell’incertezza del futuro, riflettiamo sul senso della vita e sulla sua caducità, dubitiamo dell’esistenza di Dio o siamo confortati dalla sua fede, osserviamo il mondo e pensiamo di non avere via di scampo dalla terribile decadenza da noi stessi causata. Quale antidoto, dunque, per vincere la malinconia e l’instabilità dei nostri pensieri? L’immaginazione. Dovremmo cercare di tirare fuori il fanciullo che è in noi e dare sfogo alla nostra variopinta fantasia. È incredibile dove la nostra mente possa portarci, se il corpo è confinato entro le mura domestiche, la mente misura i suoi confini con quelli dell’infinito. Immergiamoci in un ameno paesaggio campestre o in una distesa sconfinata, ascoltiamo il rumore del “mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci” (Jim Morrison), il rumore di una cascata che sgorga indisturbata da una rupe, proviamo a respirare l’aria pura ad alta quota. Scrutare le meraviglie della natura nella sua maestosità e immergersi in essa, anche solo con il pensiero, vuol dire riscoprire la nostra vera identità, apprezzare e amare il nostro pianeta. Lasciamoci affascinare dalla letteratura, dall’arte, dalla musica e dal teatro, riscopriamo i veri valori della vita! Viviamo le nostre giornate con questo spirito, diamo sfogo alla nostra immaginazione dalle infinite potenzialità, non abbandoniamo i nostri progetti e continuiamo ad inseguire i nostri sogni con ancora più determinazione. Quando questa parentesi della nostra esistenza si chiuderà saremo diversi, segnati, questo periodo avrà forgiato il nostro animo e cambiato il nostro modo di rapportarci con la vita. Facciamoci forza, prepariamoci a riassaporare la nostra tanto amata libertà con la consapevolezza che da una crisi vi è sempre una rinascita e dal disordine nasce sempre un ordine migliore del precedente.
“L’immaginazione è la prima fonte di felicità umana. Quanto più questa regnerà nell’uomo, tanto più l’uomo sarà felice” (Giacomo Leopardi).