Diario di una prof

Dedicato ai miei studenti.
 
Spesso ho incoraggiato i miei alunni a scrivere un diario, ho sempre detto loro che è una strategia efficace per affrontare le emozioni che ci fanno soffrire. Oggi in questa quarta giornata di resilienza “Riscopriamoci capaci” …di Curare nel donarsi, nel sostenere, nell’ascoltare, desidero anche io scrivere una pagina di diario affinché possa essere una cura per entrambi, una CURA vista come uno strumento per tenere sotto controllo la mia salute mentale, accorciare le distanze fisiche e avvicinare i nostri cuori, perché il cuore è l’unico muscolo che si può curare anche a distanza. Il mio diario mi riporta anni addietro e mi rivedo ad intessere relazioni positive basate sulla collaborazione e sui reciproci equilibri. Questo intenso lavoro non è stato semplice e soprattutto non è ancora terminato. Le dinamiche di una classe (come quelle che coinvolgono gruppi di persone che si trovano costrette a condividere spazi, situazioni, giornate intere… (vedi i gruppi di lavoro) nelle attività extra-curriculari spesso complesse e delicate, come il mio tanto amato laboratorio teatrale, che ha visto negli anni avvicendarsi centinaia di studenti, tutti questi volti scorrono nella mia mente e sono impressi nel mio cuore. L’armonia nella classe l’ho ottenuta con il rispetto reciproco (che ho imparato, metabolizzato e applicato senza dare mai niente per scontato) con la consapevolezza che tutti siamo diversi e con necessità altrettanto diverse. Le fragilità, le difficoltà, la forza, l’entusiasmo, la competizione, l’arrendevolezza, le simpatie, le antipatie, la noia, i desideri… sono variabili che spesso rischiano di intaccare i legami della classe se gli altri non comprendono le necessità reciproche.
I ragazzi di oggi, non sono abituati a gestire situazioni di stress più o meno pesanti (ad esempio anche un semplice battibecco con un compagno), ma potrei fare qui elenchi numerosi. Per cercare di uscire da un ginepraio complesso come questo, da insegnante ho cercato di fare della maieutica il mio tesoro. Ho posto questioni, sollevato domande e stimolato delle risposte. Noi adulti non abbiamo il compito di risolvere i conflitti dei ragazzi ma piuttosto dobbiamo imparare a fare del conflitto un momento prezioso di crescita individuale. La gestione del conflitto è senza dubbio uno dei punti chiave per aiutare i ragazzi a instaurare rapporti di classe basati sull’equilibrio e l’accettazione dell’altro. Litigare bene, dimostra che il litigio non va per forza di cose evitato ma anzi, può essere sfruttato e diventare motivo di crescita.
Ovviamente non ho intenzione di sviscerare qui il metodo Carafa, perché non è il mio metodo, ma lo è di tanti miei colleghi che sicuramente meglio di me hanno sperimentato… voglio invece ribadire ancora una volta un concetto che per me è fondamentale: noi insegnanti (educatori… genitori) dobbiamo offrire gli strumenti che consentano alle nuove generazioni di crescere in maniera equilibrata, con spirito critico e capacità di risolvere situazioni complesse, la relazione con l’altro è al centro di tutto questo. Tornando al mio gruppo classe, posso sicuramente dire che la maggior parte di energie spese in questi anni hanno riguardato la gestione della cura che ho prestato nel far crescere i miei alunni nel rispetto e nell’accettazione delle dinamiche di classe. Credo nella possibilità di risolvere i conflitti con il dialogo e l’ascolto provando a fare del confronto un momento di crescita. Ho cercato, nella prassi quotidiana, di aiutare i miei alunni a comprendere quanto di più importante loro avessero da dirmi, forse ho sbagliato , avrò tralasciato sicuramente un contenuto, magari due e mi sono cibata del loro entusiasmo, del loro spirito di gruppo. Spesso ,mi sono ripetuta , vedendoli creare, questa è l’Italia da salvare! Nei miei alunni ho sempre trovato la forza di rialzarmi,ho curato e mi hanno curato…e adesso mi sento, come Dante, smarrita in una “selva oscura”, se Dante è stato un poeta veramente illuminato, il suo inferno continua ad essere estremamente veritiero. Vivo questa distanza come un esilio, quando li vedo nelle video -lezioni, indosso una maschera, ma non quella che mi protegge dal contagio,ma quella che mi aiuta a superare la distanza, la mancanza dei loro abbracci . I giorni trascorrono e nessuno riesce ad ipotizzare quando tutto questo avrà una fine. Non mi illudo di poter trovare la diritta via, perché s è smarrita da tempo, ho perso la speranza di rivedervi per questo anno scolastico.
Certo non posso pretendere un Virgilio, mi sarei anche accontentata di un Caronte che a modo suo mi avrebbe traghettato verso una nuova realtà, seppur per pochi giorni, perché questo avrebbe significato la ripresa della nostra comunità intendo fisica e non virtuale.. sì, sarò patetica ma Mi mancate.. Mi manca la routine. Mi manca il “Prof, posso andare in bagno” nel bel mezzo della lezione. Mi mancano le urla, i sorrisi, l’indisciplina. Ho la “colpa” di essere una prof. Si una prof dal cuore tenero. Il momento che stiamo vivendo è complicato, che può però donare una lezione importante “Stiamo vivendo insieme un’esperienza di vita molto toccante e alquanto negativa. Ma sappiamo che dal negativo si impara sempre qualcosa di nuovo, si cresce, ci si confronta. Nessuna giornata in cui si è imparato qualcosa è andata persa’. Da queste giornate in cui saremo costretti a vederci virtualmente vi chiedo di imparare ad apprezzare le piccole cose quotidiane, gli affetti, le amicizie, le riflessioni personali, i momenti di solitudine per capire quanto sia importante stare in gruppo, vi chiedo di imparare ad amare voi stessi e le vostre vite. Potrei anche evitare di scriverlo ma sento una voce emozionata che grida dentro di me e che dice “mi mancate!“. State attenti e riguardatevi. Seguite le regole straordinarie che ci sono state imposte e tutto andrà bene! Studiate, leggete, navigate in rete, ascoltate la musica che vi piace, suonate uno strumento se ne siete capaci, guardate i film che preferite, chiamate e videochiamate i vostri amici e compagni cercando, come sempre diciamo, di non escludere nessuno. Arrivate pronti per lo sprint finale che ci vede concludere un anno scolastico così, vi prometto che quando ritorneremo a scuola questo sprint seppur con distanziamento dovuto avrà un sapore diverso. Godetevi le vostre famiglie e salutatele da parte mia. Seguiamo con senso critico le notizie e gli approfondimenti, non per rattristarsi o stare in tensione, ma per imparare e capire, per fare tesoro per il futuro, per essere cittadini consapevoli. Ringraziamo di più e facciamolo di cuore: per la vita e per la salute, per i nostri cari e chi si prende cura di noi, per chi è impegnato a diverso titolo, pur non conoscendoci ad aiutarci a vivere serenamente questa crisi e a superarla. Cogliamo l’occasione affinché i social diventino davvero sociali, cioè non un mondo in cui isolarsi a testa bassa, bensì una finestra attraverso la quale chiedere all’altro ‘come stai veramente’ e ascoltarsi reciprocamente senza il muro delle cuffiette .Qualcuno di voi conosce la “Teaching Mission”?
Vi prego di custodirla per sempre nel vostro cuore. È quella di migliorare i propri studenti, renderli felici, motivati e aiutarli a fare della loro vita un CAPOLAVORO. Voi siete stati speciali perché avete creduto in me! Vi abbraccio!