La situazione che il nostro paese sta vivendo in questi ultimi mesi è una situazione triste e drammatica, ma tutto il mondo sta vivendo una pandemia che sta causando problemi sanitari, sociali e finanziari. Il mondo, purtroppo, ha visto varie pandemie scatenarsi contro il genere umano. La prima epidemia documentata è quella Ateniese del 430 a.C, durante la quale Atene e Sparta erano impegnate nella Guerra del Peloponneso. Lo storiografo Tucidide descrisse la pestilenza nei minimi dettagli, talvolta anche con linguaggio medico; nella sua opera (Thuc. II 47,2- 48,3) conclude dicendo: “[…] essendone stato ammalato io stesso ed avendo visto io stesso altri che ne soffrivano, esporrò quelle notizie sulla base delle quali in particolare uno, analizzando, potrebbe non essere all’oscuro nel caso in cui conosca preventivamente qualcosa, se mai (il male) dovesse anche abbattersi di nuovo”. La peste uccise quasi due terzi della popolazione, il numero dei morti si aggira tra 50 a 100 mila, tra i quali si ricorda Pericle, grande politico, oratore e militare ateniese. Il popolo Ateniese perse l’obbedienza nei confronti della legge, gli ateniesi non temevano più la morte, pensavano di essere già stati condannati. Molti smisero di comportarsi onorevolmente, convinti che non avrebbero vissuto abbastanza per usufruire della buona reputazione. I ricchi sperperarono i loro averi, i poveri divennero ricchi a seguito della morte di qualche parente. In definitiva le persone avevano perso l’orgoglio e l’amor proprio. Non esistevano cure e i malati venivano abbandonati a loro stessi. Oggi, nel 2020, malgrado siano passati 2450 anni da allora, si verificano simili situazioni. Nell’Atene periclea si registrò un numero elevato di vittime tra i medici che, incuranti del pericolo, cercarono di giungere a un rimedio e salvare più vite possibili; questo sentimento di amore verso il prossimo fortunatamente nei secoli non si è perso. La malattia creò dubbi di ordine religioso dal momento che attaccava chiunque, devoti e non devoti agli dei, la gente si sentiva abbandonata e pareva che non traesse alcun beneficio dal culto divino. I templi a causa dello spostamento nelle campagne da parte del popolo vennero abbandonati e riempiti di morti o contagiati. Ebbene sì, la storia deve far da maestra, poiché ci insegna che ogni evento avverrà nuovamente e noi conoscendola saremo preparati e riusciremo a porvi un rimedio.
“La storia è testimonianza del passato, luce di verità, vita della memoria, maestra di vita, annunciatrice dei tempi antichi; (Cicerone)